Cade nel buio l'ultimo sole
solo nell'iride resta un bagliore
all'uomo che dorme cosa vuoi dire?
non c'è parola che possa sentire
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SFOGLIANDO UNA MENTE CONFUSA
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WORD-VIRUS
E' un virus che attacca gli abitanti del casale del mulino bianco, i cultori del sacro ordine delle cose, gli araldi del "prestigetto". Non è letale. Tra i sintomi riscontrati si segnala perplessità e sdegno nei pazienti maschi adulti; forte irritazione sessuale e paranoia nelle femmine sotto i trent'anni. I portatori sani lo hanno affettuosamente rinominato "tritacarne" in virtù della dissenteria verbale con la quale è in grado di annegare ogni tentativo di dialogo costruttivo.
E' un virus autocosciente e altamente evoluto, al punto che molti studiosi sarebbero pronti a mettere in dubbio la sua origine terrestre, se non fosse per la sua sorprendente morfologia umanoide.
Il virus parla. Siamo quasi certi che la sua funzione vitale primaria sia quella di parlare di qualsiasi cosa gli sia possibile. La sua innata predisposizione all'eristica ha fatto sì che al culmine della sua evoluzione sia giunto a incarnare ogni contraddizione concepibile dalla logica umana: per questa creatura tutto è vero al pari del suo contrario. Si esprime nella forma del gioco, dello scherzo, della burla; prigioniero e sovrano della sua stessa ironia, del suo stesso gioco, delle sue stesse parole, che sono, e sempre saranno, una mezza verità o una verità e mezzo.
E' un virus autocosciente e altamente evoluto, al punto che molti studiosi sarebbero pronti a mettere in dubbio la sua origine terrestre, se non fosse per la sua sorprendente morfologia umanoide.
Il virus parla. Siamo quasi certi che la sua funzione vitale primaria sia quella di parlare di qualsiasi cosa gli sia possibile. La sua innata predisposizione all'eristica ha fatto sì che al culmine della sua evoluzione sia giunto a incarnare ogni contraddizione concepibile dalla logica umana: per questa creatura tutto è vero al pari del suo contrario. Si esprime nella forma del gioco, dello scherzo, della burla; prigioniero e sovrano della sua stessa ironia, del suo stesso gioco, delle sue stesse parole, che sono, e sempre saranno, una mezza verità o una verità e mezzo.
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