Benvenuti! Questo blog è la manifestazione concreta del mio bisogno compulsivo di apparire nell'orgia mediatica...

27 ott 2008

SCHERZI DELLA NATURA...


L'università è una fabbrica di cloni. L'istruzione ha seguito lo stesso processo di oggettivazione del mondo del lavoro che ha portato a misurare gli individui sulla base dell'efficienza, valutando gli studenti solo in base al profitto ed escludendo da ogni valutazione tutte le varialibili non quantificabili. Creatività , emozioni, desideri, proiezioni e piaceri, tutti gli elementi qualitativi che tanta parte hanno nella formazione del carattere individuale e determinano la crescita giovanile sono stati esculsi dall'educazione. Perchè? Perchè scopo dell'istruzione nella società di massa non è formare persone, ma riprodurre elementi standardizzati funzionali all'autoconservazione del sistema. Ma è bene precisare che il sistema a cui ci riferiamo non è la società nel suo complesso, bensì l'istituzione universitaria in sè per sè, che ormai sembra a tutti gli effetti un meccanismo autoreferenziale e schizofrenico. La macchina però sta andando in corto circuito.

Fantasticando lauree ridicole che giustificherebbero sbocchi professionali altrettanto insensati, si è innescata una moltiplicazione spudorata e sconsiderata delle facoltà che ha generato un tumore. Un idiota laureato in economia è una bomba a orologeria per la società. Una velina laureata in legge o in infermieristica è peggio di tutte le armi di distruzione di massa di questo mondo. In tutto ciò i baroni sono sempre stati al loro posto limitandosi a cambiare strategia. La proliferazione delle facoltà, infatti, ha consentito loro di ottenere un duplice beneficio che si è tradotto, da un lato, nel dare al pubblico l'impressione di un'apertura democratica dell'univeristà , dall'altro, nella concreta disponibilità di cattedre e uffici sempre più "creativi" dove sistemare figli e parenti. Le regole sono le stesse del giochino politico, tant'è che persino la figlia di Berlusconi ora tiene dei seminari di finanza etica alla Bocconi.

A ben vedere, i baroni, i vecchi nemici del '68, non hanno fatto altro che accogliere all'interno del loro sistema l'idea sovversiva di chi invece il sistema voleva scardinarlo aprendo l'università a tutti. Il movimento del '68 si è così trovato il suo stesso cazzo rigirato nel culo. Mi raccomando: non provate a farlo a casa!

24 ott 2008

Il '68


Si mormora ovunque, si legge su tutti i giornali, si respira negli atenei: tira aria di un nuovo '68. Io stesso stamattina ho assistito al corteo studentesco che si è svolto nella mia città contro la Gelmini. C'erano i tamburi, c'erano gli striscioni, c'erano gli stessi cori di protesta riciclati, c'erano, bisogna ammetterlo, meno Che Guevara e meno Bob Marley, ma c'era in compenso Ligabue. E' evidente allora che i nostri ragazzi stanno male, ma la loro crisi non è psicologica, bensì culturale. Nonostante tutti i laureati lavapiatti in pizzeria, siamo una civiltà emotivamente analfabeta.

Quando l'emozione non trova il veicolo della parola ricorre al gesto, e il gesto può essere quello violento delle folle che ruggiscono nei cortei o negli stadi, quello esibizionista delle ragazzine di 12 anni che si fanno filmare mentre spompinano i loro compagni di classe per andare su youtube, o quello insensato di chi si filma mentre si inchioda lo scroto al tavolino (visto coi miei occhi!). La letteratura insegna a dare un nome alle emozioni e a esprimerle in forma di parola: a questo servono Dante e Leopardi.

I ragazzi soffrono, è evidente, ma le patologie psichiche hanno cambiato forma. Si è passati delle nevrosi della società disciplinare, quando le ragazze non potevano scopare e ai ragazzi era vietato farsi le seghe, alla depressione dei giorni nostri. La depressione è un senso di insufficienza del sè rispetto alle aspettative altrui. Le basi per questo cambiamento sono state poste proprio nella stagione del '68. Ma come? Il '68? La lotta intergenerazionale? La libertà sessuale? il Femminismo? E' davvero colpa loro? Beh, lasciamo stare il femminismo. Dobbiamo ringraziare quattro pazze che tra un' orgia e l'altra leggevano Marx e Freud - oppure Marcuse, per far prima e non perdere il ritmo - se oggi abbiamo le veline e la Gelmini contro cui scendiamo in piazza.

Il '68 volle rompere ogni legame con la tradizione in favore della libertà di realizzazione personale al di fuori degli schemi sociali consolidati. Su questa base si è inserito però il mito americano, che invece promuoveva la realizzazione personale nei termini dell'efficienza e della performatività estrema. L'effetto combinato di questi due fattori ha generato nel singolo la patologia dell'insufficienza, perchè una volta uscito con spavalderia dai ranghi dei valori tradizionali, si è trovato solo contro la mitica prospettiva del "tutto è possibile", "tutto è permesso" ("vietato vietare" dicevano i sessantottini!) , "l'individuo è onnipotente". In una simile prospettiva la cocaina è indispensabile come il pocket coffe.

Il '68 ha scambiato la spudoratezza con la sincerità. Il pudore difende l'intimità, cioè quella parte di noi che si nega agli estranei e si concede a chi si vuol fare entrare; il pudore difende quindi anche la nostra libertà, perchè ci consente di decidere come e in che misura relazionarci agli altri. La spudoratezza ha tolto la libertà dal di dentro prima ancora che qualcuno lo facesse anche dal di fuori.

Il '68 ha liberato il presente dalla responsabilità verso il futuro attraverso un'idea di flessibilità che poi è degenerata in precarietà. La mancanza di una meta nel futuro ha tolto a genitori e insegnanti l'autorità di indicare una direzione, e i rapporti tra giovani e adulti si sono ridefiniti su un piano meramente contrattualistico ed egualitario, che tradotto significa che oggi una qualsiasi ragazzetta di 14 anni può pretendere i soldi dal babbo e poi mandarlo affanculo mentre prende il cappotto ed esce di casa a caccia di droga o di cazzi.

Francamente non credo che il bilancio di quel movimento sia così positivo. Non so se per le idee o per le contingenze storiche, ma alla fine un'idea al di fuori della sua storia non ha molto senso. Nondimeno il pensiero che tiri aria di un nuovo '68 mi spaventa un pò. Provate a immaginare cosa potrebbero fare le femministe coi tempi che corrono! Ora che sono finalmente libere di scopare cosa si inventeranno? Andranno in giro a staccare cazzi a morsi?
To be continued: nel prossimo post parleremo un pò più dettagliatamente della scuola

20 ott 2008

I laureati pt.4


Ci hanno insegnato di tutto. Hanno inventato facoltà che neanche un malato di mente avrebbe concepito. Che cazzo è un "terapista occupazionale"? Un dottore in "scienze per la pace"? Un "informatico umanista"? O un "laureato a Parma"? Credo non ci sia risposta di fronte a simili interrogativi, innanzi ai quali persino il mio sconfinato intelletto si arresta sgomento. Tuttavia, nonostante la prodigiosa moltiplicazione dei professionisti cagati a forza fuori dalle nostre università, manca ancora la facoltà più importante: la Facoltà del consumo. Ahah! ecco il solito Bartoli che se ne esce con le sue cazzate! Ma pensateci un attimo. Ciascuno di noi è un attore sociale che recita svariati ruoli nella sua vita, ma il teatrino sociale nel quale ci muoviamo e che tutti ci contiene, dallo studente all'operaio, dal prete al top manager, funziona solo perchè ognuno di noi è essenzialmente un consumatore. Quella del consumatore è la categoria più universale e trasversale de nostro sistema.
Il nostro mondo funziona sul mirabile principio della suddivisione del lavoro. Ognuno di noi fin da piccolo sa che dovrà avvitare il suo bulloncino sulla macchina sociale, per esempio il muratore costruirà la casa al dottore che poi lo curerà quando cadrà giù dal ponteggio, ma a scuola nessuno ci ha mai detto quale sia la benzina di questa macchina nè quale sia la sua destinazione. Non ci hanno detto che la cultura della produzione è inscindibile da quella del consumo! Ci hanno insegnato che il mercato è un luogo dove si compra, si vende, si scambia, si ruba e si incula, ma nessuno ci ha mai spiegato che il mercato è anche un'arena politica. Per i più evoluti questa non è una novità, ma per molti dei primati che frequentano questo blog la cosa non è così scontata.
Dicevamo, quella del consumatore è la categoria a cui ineriscono tutte le classi sociali, è la più universale e generale.
Abbiamo sancito i diritti fondamentali dell'essere umano perchè, dopo secoli ci siamo accorti -guarda un pò! - di essere tutti uomini. Anche le donne abbiamo incluso, cazzo!
E ora che siamo tutti consumatori, perchè non canonizziamo i diritti universali del consumatore?
Il problema è che per molto tempo il consumo è stato percepito come qualcosa di attinente la sfera individuale e personale. Il modello di macchina sociale che ci hanno sempre insegnato è di tipo lineare e pone solitamente il consumo alla fine della catena; un pò come se tra le quattro mura di casa si compisse il sacrificio della merce con il quale celebriamo quotidianamente la fine del rituale produttivo della società. In realtà le scelte di consumo interagiscono con il loro feedback sulla filiera produttiva riorientandola di volta in volta, perciò è necessario riconoscere l'investitura politica del consumatore. Perchè non esiste niente di tutto ciò? Perchè il consumo è un atto banale, quotidiano, ed è diventato talmente abituale che non sempre è accompagnato da una coscienza critica e quindi viene legato agli automatismi del vivere, come la respirazione. E' vero, voi mi direte che esistono effettivamente iniziative di consumo critico, associazioni per il commercio equo e solidale, e altre cazzate "alternative", ma allo stato attuale delle cose si tratta più che altro di pratiche new-age con le quali il soggetto non fa altro che rispecchiarsi narcisisticamente nel "giusto" per il solo fatto di sfuggire alle diaboliche catene di distribuzione o ai fottuti marchi. Nondimeno al sistema è indispensabile la stupidità del consumatore, così che esso possa rispondere come un automa irriflessivo al bobardamento mediatico. La nostra società, la società dei consumi per eccellenza, non educa il suo soggetto principale, il consumatore, così come educa il medico alle tecniche di guarigione o l'ingegnere. Che senso ha avere una facoltà di scienze per la pace in una società continuamente in guerra e non avere una didattica dei consumi in una società consumistica?

16 ott 2008

Forza Chiara da Perugia....


Un senso di inquietudine e di insicurezza economica si sta impadronendo del paese. Il vivere quotidiano, persino nelle nostre quiete città di provincia, si sta trasformando in una jungla per la sopravvivenza economica. Dopo la trance ipnotica degli acquisti ci si sveglia alla cassa e si ha come la percezione che l'euro ci abbia inculati, e solo quando la cassiera stacca lo scontrino ci ricordiamo che ci serviva quel barattolo di vasellina! Poi sfogliamo il giornale e leggiamo della crisi finanziaria, dei lincenziamenti, della povertà dilagante in Italia, e ci si stringe un pò il buco del culo. Colpa dell'euro, colpa di Biagi, colpa di Berlusconi; colpa dei governi al servizio delle multinazionali? Beh, le cose vanno così. Una multinazionale elabora un piano di ristrutturazione aziendale, dove dei geni del cazzo - laureati a Parma- ragionano in questo modo: delocalizziamo la produzione in indocina, tagliamo i costi di manodopera e facciamo schizzare alle stelle gli utili, ottenendo una conseguente impennata del valore delle azioni. Così la roba costa meno e chiunque di noi si può comprare il cellulare di ultima generazione o la tv al plasma! Cazzo figata! Tutti i laureati italiani in economia si sono esaltati perchè sapevano che in questo modo una telecamera del cazzo per girare i pornetti con la fidanzata sarebbe costata 200 eu anzi che 800! Conviene no? Certo! Del resto siamo tutti laureati qua in italia! Non siamo mica un volgo disperso e raggirabile! Lo capiamo anche noi che conviene! Ci abbiamo creduto un pò tutti al miracolo della globalizzazione. Ci ha creduto l'operaio e il commercialista, tant'è che a un certo punto non si distinguevano più questi due, perchè hanno cominciato a vestirsi allo stesso modo, a possedere le stesse cose, e soprattutto hano cominciato a volere le stesse cose! "Ma delocalizzare le aziende fa perdere posti di lavoro!" disse Carlesi, ma Bertolini lo rassicurò dicendogli che era una sacrificio accettabile in favore di un progresso ancor più grande. E la gente cominciò a perdere lavoro e a ritrovarsi allegramente precarizzata. Inoltre i tagli all'occupazione per far si che la telecamera costasse 200 eu anzi che 800 non hanno interrotto l'acquisto di telecamete, anzi! E perchè si dovrebbe? Quando non si ha nè lavoro nè stipendio si può comprare tutto a debito, si resta positivi e si promuovono i consumi, no?! Ce l'hanno insegnato a Economia!


C'è chi dice che l'uomo è curioso per natura, chi dice che l'uomo sia buono o cattivo, chi dice che sia intelligente. Io dico che l'uomo è ontologicamente pigro. Se puoi levargli un problema lui si accontenta. Se puoi fargli risparmiare 600 eu su una telecamera lui è contento perchè con quel che risparmia ci si compra la coca, ci prende la balla alla festa del campus universitario e ci va a trans il sabato sera. L'uomo, e l'italiano in particolare, è pigro perchè non si chiederà mai a che cazzo servissero quei 600 eu che pagava in più! L'Economia non vi dirà cosa sono quei 600 eu. Al massimo vi dirà che sono un risparmio, un utile, farfuglierà qualcosa aggrappandosi un pò alla sociologia e un pò al diritto, ma non lo sa cosa sono quei 600 eu. E allora ve lo dico io: quei 600 eu erano un contributo al welfare della società, una contributo implicito nel prezzo della merce prodotta da quella società a favore della stabilità della società nel suo complesso. In quei 600 eu c'erano la garanzia del posto fisso e la possibilità di pianificare un futuro; c'erano il benessere e l'ethos della nostra civiltà. E invece ci siamo fatti il cellulare, la macchina , la barca e nel delirio di onnipotenza abbiamo inventato la storia della competitività coi paesi emergenti, competitività da noi stessi paradossalmente innescata, perchè questi se ne stavano tranquilli a mangiare le loro banane e noi gli abbiamo trapiantato le nostre industrie che poi si sono messe in competizione con quelle dei paesi d'origine. Delirante? Si! E lo è ancor di più se consideriamo che quelle industrie dovevano produrre per assorbire la domanda di chi aveva un reddito garantito proprio dal quel posto di lavoro fisso che poi si è perduto per consentire il trasferimento degli impianti di produzione all'estero. Come spararsi nei coglioni! Una trasformazione industriale che pone le basi della sua stessa fine! Quanti libri di economia andrebbero bruciati! Quanto cialtroni che brindano all'alloro all'uscita dagli atenei!


Ma c'è di più! Torniamo a noi. Dopo aver speso in droga i 600 eu risparmiati sulla telecamera, cosa ne facciamo di quest'ultima? Semplice! Giriamo dei pornetti amatoriali che ci immortalano col cazzo atrofizzato dalla cocaina e poi li mettiamo sul mulo e stiamo lì a farci le seghe ognuno con la fidanzata dell'altro, per poi lamentarci che gli immigrati -che vengono qui a rubarci il lavoro che noi abbiamo perso per acquistare la telecamera !- ci portano via anche le femmine... Vi prego commentate e ditemi se il ragionamento non vi torna.


Questo è ciò che resta dello spitiro della nostra civiltà. Queste sono le spoglie del notro ethos.

15 ott 2008

OKKUPAZIONE!


Gli eventi pisani di questi giorni continuano a susseguirsi incalzanti, sferzando con la loro inebriante esaltazione il mio stanco spirito. E' un pò come tornare al liceo con Carlesi, che non si è mai deciso a deporre l'ascia di guerra e non si è ancora reso conto che ha sbagliato buco quando se ne è uscito 26 anni or sono! Ma senza di lui che mondo sarebbe!
Ma veniamo al punto. Non c'è dubbio che ci stanno fottendo l'università. Preparatevi ragazzi perchè andrà a finire che l'istruzione superiore sarà prerogativa di quei pochi privilegiati che potranno permettersi dei master altisonanti da 50mila euro. L'isituzione universitaria si sta preparando a scomparire per come la conosciamo noi. Nessun privato è così pazzo da metter su un sistema come quello che conosciamo, e se veramente l'università sarà privatizzata, credo si sbriciolerà come un cracker e i pezzettini saranno raccolti dai privati, che convertiranno l'attuale struttura in costosi master, che scompagineranno il sapere in tante piccole isole felici come la "European School of Economics", che ho avuto il piacere di frequentare personalmente per, ahimè, soli tre mesi.

L'universià è di tutti, ma non per tutti!

Non pretendo di esaurire in un post tutte le possibili cause che hanno portato alle disastrose condizioni attuali il sistema dell'istruzione italiana, ma fermiamoci su un punto centrale e siamo obbiettivi: noi italiani non abbiamo voglia di fare un cazzo! Si è vero... ora attaccherete con il sermone che in italia non c'è lavoro, i giovani non sono incentivati nè tutelati, che non si può andare avanti coi contratti cococo e che quindi i ragazzi sono obbligati a restare in famiglia finchè possono e che non hanno altra alternativa che cercare di qualificarsi con l'istruzione superiore e incrociare le dita....etc. etc. Vero, dico io! Questo non posso certo negarlo! Ma vediamo di fare qualche passo indietro.

Il boom economico del dopo guerra ha traghettato in italia il sogno americano: tutto per tutti in quantità illimitata! A quel tempo le famiglie, approfittando della favorevole congiuntura economica, hanno voluto dare ai figli tutte le possibilità che erano state negate alle generazioni precedenti. Quante volte ce l'hanno ripetuto i nostri genitori? E siccome prima del boom laureati in famiglia ce n'era pochi, dopo il boom ai figli spettava un compito immane: riscattare attraverso il prestigio culturale il nome dei padri, diventando i primi laureati dell'albero genealogico. E allora tutti di corsa all'università, con in testa le voci dei genitori che urlavano " noi non abbiamo potuto studiare perchè eravamo poveri e abbiamo dovuto lavorare, ma tu che hai la possibilità prenditi una laurea! Riscattaci e vola verso le vette della gerarchia sociale!".
Università per tutti! Il '68! Vietato vietare! Tutti devono poter avere la laurea! GIUSTO! dico anch'io. Non ci devono essere discriminazioni di ceto, ma la laurea deve continuare ad avere valore! E invece? E invece siccome tutti continuavano a iscriversi alle università di tutto il paese è stato fatto sì che chiunque, oltre a entrare, potesse anche uscire con l'agognato alloro. Per questo si sono abbassati i liveli di preparazione adeguandoli all'idiozia così da consentire a tutti di arrivare! Abbiamo fatto persino l'università di Parma!!!! E' evidente che se tutti hanno una laurea, la laurea non vale più un cazzo: perde il suo senso, cioè quel senso elitario che dovrebbe avere.
A questo si collega un altro problema. Nella mia classe delle superiori dopo la maturità nessuno è andato a lavorare; lo stesso vale per la classe della mia ragazza che è appena uscita, e credo sia fuori discussione che almeno il primo anno la maggior parte dei diplomati in italia provi ad andare all'università. Ma se tutti vanno all'università, chi cazzo lavora per pagare sta cazzo di università? Come si fa a mantenere l'isituzione universitaria pubblica se il paese non lavora? Come si può pensare davvero che tutti siano medici, avvocati, notai, designer, ingegneri scrittori e artisti? Lo schermo televisivo dove ci hanno parcheggiato i nostri genitori ci ha cullato con questi sogni kitch, ma la realtà è che qualcuno (non certo io però!:) deve spalare cemento, zappare la terra e tirar via la merda dalle strade! E voi direte:" ci sono i negri e i romeni per questo!"... ah già... cazzo... Sono loro la bassa manovalanza! Una volta c'era chi faceva con dignità dei mestieri che ora sono stati retrocessi al grado di "bassa manovalanza" perchè è diventato normale che tutti siano dottori. Gli italiani stessi hanno cominciato a disprezzare il lavoro, loro stessi lo hanno dequalificato culturalmente prima ancora che ciò succedesse con i contratti flessibili dei vari governi. Gli italiani hanno insegnato il disprezzo del lavoro ai figli, li hanno riempiti di cazzate facendogli credere che lavorare era da poveri e che è giusto che il lavoro duro sia fatto da stranieri immigrati. Ma poi un giorno ci svegliamo e urliamo: " questi ci portano il marcio in casa!", "questi ci rubano il lavoro!". Si, ci rubano il lavoro; quello stesso lavoro che abbiamo disprezzato per darci tutti le arie da dottori. Ma poi il bello è che cominciamo a chiederci nei salotti televisivi pomeridiani se l'italia stia diventando un paese razzista! Decidiamoci ragazzi: o siamo coglioni o siamo razzisti.
Ma che volete che vi dica a questo punto?
L'università non deve essere un asilo per rifugiati dell'esistenza.
L'università deve tornare ad avere tra le sue priorità la selettività, possibilmente senza cadere nelle gerarchie del pompino ai baroni. Ma forse, per come si sono messe le cose oggi, a ben vedere erano meglio i baroni di una volta....anche se i pompini sono meglio quelli di oggi, perchè le ragazze iniziano a 12 anni, quindi vi potete immaginare...Per questo a loro , state certi, il lavoro non mancherà mai!
vedi i link: i laureati pt 1. 2. 3.

14 ott 2008

Meglio HE MAN o i GORMITI?


Eccomi di nuovo quà! francamente non so proprio che dire e non pensiate, vista l'immagine di presentazione, che me la voglia cavare con le solite volgarità! Leggete e forse capirete...
Mi rendo conto che è imperdonabile questo silenzio che si protrae dal 22 febbraio (cazzo il 22 febbraio!...), e potrei cagare una marea di scuse brillanti del tipo " sono stato impegnato con la tesi", che , è bene ricordarlo al di là qualsiasi falsa modestia, ha fruttato un sonoro CENTODIECIELODE! con tanto di punto esclamativo; oppure del tipo "sono stato impegnato con la musica", che a guardar bene ci ha visti risquotere un discreto successo quest'estate, ma tanto lo sa chiunque che è tutta opera di giampietri; potrei dire che avevo il computer infestato dai virus a causa delle mie frequenti visite ai siti per adulti, ma questa sarebbe proprio a una scusa del cazzo! Ebbene lo ammetto: non avevo più un cazzo da dire! Non so più chi sia o cosa sia il tritacarne; non so più se esista veramente e mi chiedo se davvero sia mai esistito... Solo Baccini c'è andato in paranoia per un pò di tempo, ma alla fine è stato rieducato anche lui.

Ho atteso a lungo che tornasse l'ispirazione! Mi sono sforzato di pensare qualcosa! Ho cercato in giro cazzate e pettegolezzi! Niente! Non ho trovato alcunchè; almeno fino a ieri...Già! proprio ieri un caro amico, da tempo impegnato nel sociale, mi parlava della delirante situazione degli adolescenti di oggi che lui ha la fortuna e privilegio di esperire quotidianamente grazie al suo impiego. Voi direte "beh che c'è di nuovo? I nostri ragazzi hanno perso i valori, si drogano bevono, fumano e fanno sesso!". Esatto! fanno quello che nel mondo degli adulti è normale e anche piacevole, non neghiamolo! Ma a pensarci bene la dimensione degli adolescenti è molto più divertente in quanto se tra gli adulti vige un rapporto di relativa parità tra i sessi, tra gli adolescenti le asincronie nello sviluppo ormonale e culturale di maschi e femmine rendono il quadro decisamente più comico, e a mio parere degno di un'analisi approfondita.


E' inutile negarlo: le ragazzine moderne a 12 anni sono già puttanelle conclamate. E come potrebbe essere altrimenti? Sono cresciute giocando con le "braz", che sono bambole anoressiche, col culo e le tette da pornostar e con la bocca da pompinare, e con la televisione che inneggia "Paris Hilton" quale modello per le nuove generazioni.

Ma il problema non è davvero questo! Il problema è che i loro coetanei non sono cresciuti con Rocco Siffedi o con He Man, ma con I GORMITI! Cioè, i ragazzini di oggi, 'sti dementi obesi, crescono giocando a scambiarsi le cartine dei mostri mentre le loro amichette giocano a fare le puttane! E come può andare a finirè? In genere finisce così. Il mio amico mi ha raccontato che in uno dei centri ricreativi dove lavora è arrivata una nuova ragazzina di 12 anni, nuova capito? di 12 anni capito?, che nel giro di mezz'ora è stata beccata dalle amichette del centro AFAREUNASEGA! a un tipo mentre due amici di lui stavano lì a guardare:):):). Qual è stata la reazione? Le altre bambine sono corse piangendo e urlando dalla maestra? No! Le altre bambine si sono limtate a dirle:


"ora ti vai a lavare le mani bella!!", come a dire "beata te! è tutto il giorno che siamo qui a cercare cazzi e i maschi niente...però almeno l'igiene!!" E gli amici di lui invece? lì a guardare.... CHIARO? Non è scattata la gang bang! Non c'è stato un bukkake! Non l'hanno mangiata viva!
C'è davvero qualcosa che non va nei giovani maschi , ed è colpa dei GORMITI...
Ai miei tempi c'era HE MAN che era un figo, spaccava il culo ai mostri e c'aveva sempre della figa per le mani. Oggi ci sono cartoni idioti e giochi ancora più idioti.
La nostra civiltà è in declino. Prepariamoci a scomparire...