Benvenuti! Questo blog è la manifestazione concreta del mio bisogno compulsivo di apparire nell'orgia mediatica...

19 dic 2007

Incidenti sul lavoro...

Forse non sarà delicato dire che ciò che sto per dire in un momento come questo, ma vorrei affrontare il tema serissimo delle morti bianche e degli infortuni sul lavoro senza pregiudizi ideologici di sorta o condizionamenti mediatici, limitandomi semplicemente a riportare la mia testimonianza e quella di alcuni imprenditori, o "padroni", come vengono definiti.
Ebbene, non oso davvero vantare il fatto che mi spezzi la schiena dieci ore al giorno in acciaieria, ma qualche ora in officina, insieme agli operai, posso dire di averla passata, diversamente da tanti teorici marxisti o intellettuali della sinistra del mio cazzo. In base alla mia esperienza posso assicurarvi che non tutti i "padroni" sono belve capitalistiche assetate di sangue, e molti anzi si spendono e spendono per assicurare agli operai un posto di lavoro confortevole e sicuro. Io stesso, più volte, ho preso il culo e sono andato a comprare per gli operai, e per me che facevo il loro stesso lavoro, il materiale anti-infortunistico necessario, e vi garantisco che nonostante i dispositivi richiesti dalla legge ci siano, sono i lavoratori stessi, il più delle volte, ad essere negligenti e irresponsabili. Più di una volta ho visto gli operai lavorare alla trancia senza gli occhiali protettivi e le mascherine che stavano ancora incartate sul bancone al loro fianco. Più di una volta li ho invitati o costretti a servirsene. Più di una volta ho visto in cava i caschetti protettivi negli spogliatoi e gli operai lavorare a testa scoperta. La stessa cosa mi è stata detta da imprenditori e ho visto io stesso i dispositivi di sicurezza abbandonati in giro o negli spogliatoi. Quello che voglio dire è che spesso è il lavoratore stesso a non ricordarsi di essere il primo e vero responsabile della propria sicurezza. E' una tendenza preoccupante della nostra società quella di delegare le responsabilità e pretendere allo stesso tempo garanzie e certezze, come gli obesi che fanno causa al mcdonald perchè sono grassi... Il problema non viena dalla mancanza di corsi formativi sulla sicurezza! Per capire che in cava ci vuole il caso e alla trancia servono gli occhiali e la mascherina non serve un corso: basta il buon senso, e basta la stessa dose di responsabilità che ti fa alzare la mattina presto per presentarti in tempo al lavoro.
Il luogo di lavoro deve formare il lavoratore come professionista e migliorarlo come uomo, ma pensare sia un luogo adibito alla formazione e all'educazione dell'uomo , a me sembra francamente ridicolo. Roba da marxisti e da dialettica servo-padrone spicciola, molto spicciola...


* se non avete voglia di leggere Marx, che in effetti dopo un pò rompe anche il cazzo più duro e testardo, visitate il blog di carlesi che è la stessa cosa :) http://collettivo-carrara.blogspot.com/

1 dic 2007

Le amichette...


Stronzate se ne vedeno e se ne sentono tante...MA QUESTA! In pratica dopo due anni di riflessioni, afflizioni, privazioni; dopo due anni di discorsi perfetti sull'amore e sull'amicizia; dopo due anni di castità e continenza in attesa di quello giusto, anzi, di quello assolutamente perfetto, cosa succede? Succede che quello perfetto è l'ex più ingombrante della tua migliore amica. Proprio lui! E allora fanculo gli altisonanti discorsi sulla trasparenza e la fiducia tra amiche; fanculo i momenti passati insieme a consolarsi; fanculo anche se si sa di giocarsi un valore che due minuti prima era la cosa più importante del mondo....


E' vero che un pel di figa tira più di un carro di buoi....MA ANCHE IL CAZZO.....!

29 nov 2007

Mazzarò


In questo post vorrei porgere le mie più sentite scuse al Baccini in merito ai commenti negativi che lasciai a un tempo relativamente al suo post La Roba, che vi prego di andare a leggere perchè in questo caso si tratta di PURO VANGELO! Non avevo capito, baccini! Non potevo comprendere come tra le righe della tua stentata prosa si celasse un potente veleno! Tu parlavi di Mazzarò, alias "il magnate carrarese del riciclaggio"! Solo oggi sono stato illuminato... Oggi infatti ho saputo che Mazzarò, non si limita a inseguire col bastone le sue galline per ucciderle e portarsele nella tomba, ma addirittura impedisce di telefonare, vieta qualsiasi sortita che non sia autorizzata, controlla i DIRETTAMENTE i telefoni e censura ogni contatto umano extraconiugale (o è "congnugale"? boh...). La tua storia, baccini, merita di essere raccontata.

ps: ORA CAPISCO ANCHE LA TUA METAFORA DELLA PARTENER CHE SI LASCIA ANNEGARE NELLO SPERMA....

28 nov 2007

Il caso della settimana


E' esploso come una bomba il caso di "Lorenzo", probabilmente un seminarista -speriamo non di Brescia- al cui seguito già si ammassa una folla delirante di adoratori, con Lucetti tra le prime file. Di fronte a tutto questo il saggio Carlesi ha optato per una strategia di basso profilo: il silenzio. Un silenzio sprezzante, forse sdegnato o indifferente, ma in ogni caso un pesantissimo silenzio. Ma è evidente che in realtà il buon Carlesi ha le mani legate: il silenzio è la sua unica alternativa. In effetti tra lui e Lorenzo mancano totalmente i presupposti per una discussione che possa definirsi tale. Questo accade perchè il Carlesi si identifica su presupposti credo radicalmente opposti a quelli di Lorenzo, e ciò riduce queste due identità opposte tra loro all'impossibilità di ogni comunicazione che non sia scontro. Questo è quello che accade quando "ci si sceglie" un'identità secondo i criteri della riflessione, e questo è quello che cerco di spiegare a Carlesi da tempo: il dominio dei rapporti di significazione da parte del soggetto e le forme di razionalità ad esso connesse. Carlesi sei già con un piede non "nella fossa", ma nel tritacarne!

Mistero della fede...


Ultimamente in quella discarica virtuale nella quale il baccio abbandona i suoi aborti mentali chiusi in un sacchetto di plastica (clicca qui) è comparso un misterioso figuro. Pare che scriva da un'abbazia benedettina dell'Italia settentrionale e le sue idee risalgono probabilmente al 1300 circa; pertanto mi trovo costretto a interpretare la parte di Guglielmo da Baskerville, nel tentativo disperato di portare un timido bagliore di ragione nella mente ottenebrata di questo inquietante personaggio.

Cito Lorenzo:
"Amate, tutti e senza razze, partiti o religioni. Amate perchè Dio ci ha insegnato questo e per questo siamo al mondo"
ma anche...
Cito Lorenzo:
"Siete solo una banda di stupidi falliti, non capirete mai il vero slancio vitale che dovrebbe unirci tutti sotto un'unica bandiera e renderci liberi da guerre, ingiustizie, barbarie"

Beh, è un bell'approcio che mette davvero in luce la concretezza con cui il nostro "biasciaostie" si fa portatore dei valori della fratellanza, dell'amore e del rispetto reciproco che palpitano nel suo fervente petto! Lorenzo è un piccolo esempio di quella che è la strategia ecclesiastica da duemila anni a questa parte. Prima ci ha degradato a omuncoli "stupidi e falliti", creature sottosviluppate e disumane, forse addirittura prive di un'anima, come i nativi americani. Fatto questo, cioè dopo averci escluso dal privilegio dell'umanità, ha firmato la garanzia che autentica l'umanità della sua preziosa anima con solenni discorsi sull'amore universale verso tutti gli uomini. Non che abbia fatto tutto questo intenzionalmente , per carità! Il bello è che neppure lui sa di essere stato incosapevolmente trascinato dal suo "demone" a ricalcare preteschi modi di ragionare, e tantomeno si rende conto che così ragionando si pone al di fuori di quelle astrazioni sull'amore universale in cui crede di potersi identificare.
Ma credo che Lorenzo volesse solo cambiare aria ai polmoni, altrimenti dopo discorsi così deliranti, uno può prendere e mandarsi a fanculo da solo (a meno che non sia un adepto del tritacarne o il serialkiller!).

26 nov 2007

La COSA 2


Un cambiamento si impone (segue da "la cosa")... Nel corso del cammino evoluzionistico l'uomo ha dovuto modificare l'ambiente esterno per adattarlo alle proprie esigenze, agendo attraverso la tecnica e la cultura; oggi la situazione è invertita perchè è l'uomo a dover agire su sè stesso per adattarsi all'ambiente tecnologico da lui creato. Se prima l'agire aveva come scopo finale un'idea di uomo posto al centro dell'universo come dominatore della natura- è qui il tuo SMM, Carlesi!-, un agire come tale non è più pensabile nel momento in cui l'uomo si trasforma in cosa ( vi rimando al post "sub specie machina"). Naturalmente i ritmi imposti dalla tecnologia sono tali da impedire la possibilità di un adattamento secondo i tempi della genetica naturale, ed è per questo che sostengo l'esigenza dell' automodifica del corpo e dell'autoproduzione di coscienza, spostando su questo terreno il problema dell'identità. E' evidente però da quanto detto che l'agire di cui parlo non può essere l'agire di cui parla il Carlesi. Ma torniamo a noi. Il corpo deve trasformarsi da limite in risorsa, che può estendersi oltre i propri confini biologici in simbiosi con la tecnologia. Io l'ho già fatto: basta mettere, per esempio, le lenti a contatto; è il primo passo per diventare un cyborg ( è una battuta! mi raccomando ora accanitevi e rompete il cazzo...)! Il corrispettivo mentale dell'automodificazione del corpo è costituito dalle tecniche di autocondizionamento e autoprogrammazione della psiche. Naturalmente in questa prospettiva mente e corpo non si trovano in opposizione, ma costituiscono un centro di identità che si autoproduce secondo una volontà cosciente, comunque essa si sia formata. In altri termini l'azione non è diretta da una volontà pura, personale, originaria e autonoma, ma è inevitabile che si svolga all'interno di un circolo ermeneutico in cui la modifica cosciente dei condizionamenti "esteriori" si basa comunque su una forma di coscienza costituitasi su precedenti condizionamenti "esteriori". Il punto , infatti, non è sfuggire a questi condizionamenti, ma riorganizzare le risorse culturali e materiali in una forma aperta, suscettibile di ridefinirsi di volta in volta e ridefinire le prorie regole in base ai suoi stessi presupposti. Una forma aperta, quindi, non caotica, ma tale che a partire dai suoi presupposti possa continuare a prodursi in situazioni diversificate e soprattutto a produrre diversità, per emergere dall'unidimensionalità della riflessione e del pensiero unico dell'era mediatica. Questo avrà delle implicazioni fondamentali a livello sociale e in termini di rapporti di potere, come richiede il Carlesi a gran voce, ma ne parlerò la prossima volta. Per ora imparate bene questa lezioncina (ahahahah)!

La COSA


Nel post sulle "identità guerriere" avevo provato a ridefinire l'identità in relazione all'operatività, ma molti, tra cui il Carlesi, con il quale ho avuto il piacerere di discorrere una sera in un covo di insurrezionalisti, mi hanno chiesto che cazzo volesse mai dire.
Bene, bimbi sperduti, proviamo a metterla così. Credo che chiunque, almeno una volta nella vita, sia stato colto da un vago pathos introspettivo e si sia posto la fatidica domanda :" chi sono?", oppure avra sentito parlare di stronzate new age del tipo "ritrovare se stessi". Bimbi sperduti, se siete arrivati a questo è già qualcosa, ma ora, vi prego, BASTA CON LE CAZZATE!
Il problema dell'identità non va più posto nell'ottica della ricerca dell'origine, nè nella prospettiva del rispecchiamento con ciò che più si confà al nostro intimo modo di essere, nè tanto meno nei termini dell'autonomia.
La domanda "CHI SONO?" deve essere sostituita dalla domanda "COSA POSSO FARE?".
Porsi questa domanda significa ridefinire l'ambito del problema dell'identità non più come qualcosa di meramente rappresentabile e rappresentativo, ma come STRUMENTO OPERATIVO. Tradurre la domanda su questo nuovo territorio implica l'uscita dai mecanismi della rappresentazione e della riflessione: vuol dire smettere di specchiarsi sulle superfici riflettenti dei modelli mediatici, delle ideologie politiche, delle religioni e delle arti. Spostare la domanda significa smettere di cercare. "Ah!" -direte- " è solita cazzata dell'essere concreti, smettere di pensare e agire!". Si, pazzi, ma non come avete sempre fatto! L'unico agire possibile è un agire non più diretto verso l'esterno, non più finalizzato al dominio sulla natura, o alla trasformazione delle condizioni di esistenza in funzione delle esigenze e della volontà del soggetto. Questo è l'agire di Robinson Crusoe, o delle masse rivoluzionarie; è l'agire di forme di soggettività, individuali o collettive, ormai scomparse, impensabili. L'agire che intendo è l'agire del "tritacarne", o il suo linguaggio, che è la stessa cosa.
E' un agire non più diretto verso l'esterno, ma verso l'interno (se di interno possiamo continuare a parlare); un agire che si ripega su sè stesso, che è automodifica, autoproduzione, da non confondersi con un restyling del mito cazzone del self-made-man. Non parlo di autonomia o di creazione di qualcosa di nuovo, originale. Parlo di qualcosa di estremamente concreto che si impone all'essere umano giunto a questo livello evolutivo, e che illustrerò nel prossimo post. PAZZI!

14 nov 2007

Comunicazione


Il problema, miei cari esserini, lo abbiamo visto la volta scorsa, è legato all'analisi del rapporto tra significato e realtà imposto dalla comunicazione.
Si tratta allora di capire la comunicazione per contestualizzare la questione del significato.
Evitando definizioni accademiche, possiamo dire che nel concreto la comunicazione altro non è che la pratica di iper-esporre tutte le varianti possibili di un messaggio, con effetti devastanti sul contenuto del messaggio stesso. Un esempio attuale relativo a questa pratica è il Tg, che quotidianamente riporta le opinioni dei vari schieramenti politici in merito a un certo tema. Qual è il risultato? Semplicemente il nulla, perchè il contenuto del tema politico in esame viene eclissato, scompare; e il suo posto viene occupato da quei soggetti (i partiti) che pretendono di monopolizzarne il significato. Così funziona la comunicazione!
Un bambino viene brutalizzato dalla madre? Si apre il dibattito sul tema e magicamente il tema scompare, spodestato dallo spettacolo delle polemiche nei salotti televisivi, che con i loro ospiti e i loro "esperti" finiscono per occupare interamente la scena comunicativa. Il tema si dilegua, resta solo il rituale della comunicazione che celebra se stessa; i contenuti si dissolvono, restano solo i salottini, i nani e le ballerine. E' evidente che questa comunicazione è una gran cazzata e mi dispiace per coloro che si sono iscritti di slancio alla facoltà di "Scienze delle cazzate". La comunicazione travolge tutto ciò che incontra perchè non è tenuta a rispettare alcun obbligo logico o metodico; il suo dovere è riportare tutte le opinioni, esporre un evento in tutte le sue varianti, comunicare e informare "direttamente" su tutto, sempre e ovunque. Tutto ciò nasconde sotto le insegne del progressismo democratico il peggiore oscurantismo. La comunicazione sfuggendo a ogni determinazione, sottraendosi a ogni limite metodico e concettuale, rifiutando ogni punto di vista parziale, non fa altro che distruggere il potere del linguaggio. Cosa significa distruggere il potere del linguaggio? Vuol dire sopprimere ogni possibilità di costruire un ordine simbolico con il quale sia possibile rapportarsi al reale. Il reale non è più razionale, ma psicotico. Non è più possibile alcuna rappresentazione unitaria del reale, perchè anche le ideologie sono inghiottite dal vortice di merda della comunicazione. Distrutto l'ordine simbolico viene meno ogni metodo di decodificazione del reale. I simboli o si isolano nell'autoreferenzialità, o si rinviano l'un l'altro in una delirante e infinita catena di significazione. I simboli dei giorni nostri ormai tacciono. Croci, falci e martelli, svastichine e bandiere sono ormai cazzate per grafittari: non dicono più nulla. L'accanimento contro i simboli, siano essi divise dell'autorità, stemmi di partiti o loghi di multinazionali, è il sintomo dell'impotenza di chi crede che sia ancora possibile e utile comunicare con la comunicazione, ma non può fare altro che scatenare la propria frustrazione contro icone mute.
L'alternativa a questo stato di cose non è nè la resistenza degli irriducibili (Carlesi e l'ultimo dei Mohicani) , nè il new age. L'alternativa è la costruzione di un nuovo linguaggio: il linguaggio del tritacarne, PAZZI!

L'ultimo dei mohicani e l'ultimo dei comunisti (ovvero Carlesi)


Apriti cielo....
Parlando con i frequentatori del blog mi è parso di capire che alcuni hanno scambiato la poetica del tritacarne con il comunismo. PAZZI!
L'ideologia comunista, così come l'ideologia del soggetto, si basa sul dogma dell'unità. La presunzione del soggetto individuale di essere una totalità unitaria si trasforma, nel comunismo, nella presunzione di un'autocoscienza collettiva. Ma su cosa si fonda questa presunzione? Sulla pretesa al monopolio del significato. Il comunismo assolutizzando la comunità, monopolizza il significato del divenire storico dell'umanità, attribuendosi una funzione rispetto ad essa, grazie alla quale si autolegittima e si giustifica. Niente di più lontano dal tritacarne! Il tritacarne frammenta, riduce in pezzi; l'ideologia comunista, come ogni altra ideologia, fa valere l'esigenza di unità ogniqualvolta si presenta una divisione tra apparenza e verità, tra teoria e prassi, tra significato e realtà. L'esigenza di unità non nasce dal sogno del paradiso perduto, ma da una concreta situazione storica di separazione tra cià che è la realtà e il significato che ad essa si vorrebbe attribuire. Il comunismo si inserisce in questa frattura in qualità di strumento universale e rivoluzionario di risanamento. La mille chiodi Pattex. Dalla constatazione della separazione tra significato e realtà sviluppa una distinzione "strategica" tra teoria e prassi mirante alla riconciliazione. L'opposizione tra teoria e prassi ci presenta il momento teorico come la teoria della lotta politica e viceversa la lotta politica come realizzazione pratica del momento teorico. Ma ammettendo questa corrispondenza si subordina la prassi al ruolo direttivo dei "teorici" e viene in tal modo a riproporsi nella società quella distinzione che si voleva cancellare.
La distinzione tra teoria e prassi si regge sulla distinzione ancora più originaria tra significato e realtà.
Vedremo che nello scenario comunicativo in cui ci troviamo il problema non può porsi in questi termini e quindi Carlesi va rinchiuso in una riserva...

Apriti cielo!

8 nov 2007

Saggio breve sulla mia fidanzata

Descrivi la tua ragazza in dieci mosse (come men's health!)

1) tromba
2) non mi dà problemi e non litighiamo mai
3) mi lascia libero di esprimermi e di uscire con gli amici
4) non mi limita in niente
5) quando usciamo con gli amici si diverte perchè sta simpatica a tutti e tutti le stanno simpatici
6) è entusiasticamente partecipe dei miei interessi
7) è onesta e sincera
8) capisce tutto quello che dico e i suoi consigli sono indispensabili e fecondi
9) è seria e fedele
10) ma soprattutto NON E' PER NIENTE GELOSA

descrivete anche voi le vostre fidanzate in dieci mosse e avrete dieci buoni motivi in più per amarle, rispettarle e progettare un solido e felice futuro!


ps: naturalmente capirà solo chi conosce la mia fidanzata...

30 ott 2007

Dalla russia con amore


Chiedo scusa per il prolungato silenzio di questi giorni, ma sono praticamente senza computer. Tuttavia, miei cari, ho fatto di tutto poter scrivere riguardo ad un golosissimo incidente accaduto in questi giorni. Ho saputo che l'eco del grandioso party di cui parlavo l'altra volta è giunto molto, mooolto lontano, fino nel cuore di una terra fredda e sconfinata: la Russia! I fan russi si sono scatenati alla notizia e hanno SUBITO cercato di mettersi in contatto con la reginetta per offrire le loro più sentite felicitazioni. Si mormora addirittura che qualcuno sia riuscito ad avere l'esclusivo indirizzo messenger della nostra amata Vip, ma dalla conversazione che ne è seguita, e della quale non abbiamo che notizie riservatissime ma frammentarie, sarebbero emersi particolari INCANDESCENTI! Pare che un noto magnate carrarese del "riciclaggio" sia coinvolto in NON BEN DEFINITI RAPPORTI con il contatto russo che avrebbe parlato con la Vip. Il mistero si infittisce e speriamo di avere altre notizie al più presto. A voi miei cari ominidi un saluto caloroso, nell'attesa di poter tornare operativo al 100%.

24 ott 2007

Identità guerriere (pt.2 de: La Via della Vulnerabilità)

Nell'ultimo post vaneggiavo a proposito di un misterioso "tritacarne" che distrugge l'uomo. Immagino già l'indignazione e lo sgomento del pubblico, ma non disperate: il problema è che siete ancora dei POVERI PAZZI.
Dunque, si dovrebbe precisare che il tritacarne distrugge l'uomo nella misura in cui lo conduce a problematizzare l'identità non più secondo le categorie etico-estetiche della rappresentazione e dell'autenticità, ma secondo la categoria informatica della capacità di esecuzione. Abbiamo già visto nei post Sub Specie Machina e Grillo, l'informazione... come l'individuo sia un'idea folle nel paradigma contemporaneo; abbiamo visto come sia insensato resistere alla contaminazione in difesa di una presunta identità originaria e autentica. I "persuasori occulti" sono ovunque. Il problema non è ripulire il nucleo della personalità e difenderlo dalle manipolazioni , bensì rendersi vulnerabile alla contaminazione. Queso significa accettare come possibilità le alterazioni indotte dall'esterno e organizzare tale complessità in modo da renderla produttiva, effettuale. La nuova identità, anche se il termine stesso è fuorviante in questo contesto, sarà commisurata alla capacità di agire, cioè alla capacità dell'uomo di trasformarsi in uno strumento operativo. Ciò si concretizza nella possibilità e nella facoltà di azionare qualcosa, nella possibilità di produrre situazioni molteplici e diversificate a partire da un codice di base comune, come accade in un programma informatico.
Questo codice è il nuovo linguaggio di cui si parlava nell'ultimo post; è il linguaggio del "tritacarne": un linguaggio impersonale, anonimo, involontario; un linguaggio i cui messaggi escono dal quadro della competitività e della persuasione per entrare nel quadro dell'interazione formale. In questo quadro il significato dei messaggi non rinvia ad alcun referente personale: ogni messaggio acquista il suo significato inserendosi nella relazione formale con altri messaggi. Quello che io dico non ha senso, proprio perchè io non pretendo di affermare alcunchè. Con l'affermazione si intende porre o contrapporre ad altri un messaggio che in qualche modo rappresenterebbe i miei contenuti mentali o addirittura rifletterebbe la mia identità, il mio modo di essere. In tal modo ogni atto comunicativo è suscettibile di diventare agonistico, e la confutazione della MIA affermazione è leggibile come una negazione del MIO essere, un attacco alla mia persona. Per questo (e per altri motivi che illustrerò altrove) il linguaggio si arma di persuasione, retorica e logica: per difendere la posizione personale di un'identità guerriera. L'opinione che resiste agli attacchi degli avversari, la teoria di successo che resiste alle confutazioni, la "religione vera", l'ideologia perfetta, in sostanza, ogni messaggio che si im-pone in virtù della sua coerenza interna e persuasività è il riflesso di un'identità, singola o politica, che si pretende autosussistente, cioè è espressione di un soggetto che, come la sostanza aristotelica, non necessita di altro per esistere. Non è più così. Il soggetto così inteso è morto da più di cento anni, ma sembra che la sua rappresentazione sussista tutt'ora nella forma delle vecchie modalità comunicative, così come l'opera d'arte si eterna rispetto all'umano autore mortale. Ebbene questo rapporto etico-estetico di significanza deve morire anch'esso.
QUELLO CHE IO DICO ACQUISTA UN SIGNIFICATO SOLO QUANDO IO SMETTO DI DIRLO. Il messaggio si autonomizza e prende vita perchè è suscettibile di acquistare nuovi significati di volta in volta che si inserisce in quella trama di relazioni impersonali da cui trae vita. Questo è il "tritacarne", POVERI PAZZI! Questa è la "via della vulnerabilità",POVERI PAZZI!

Ps: Lasciati andare, lasciati andare!


to be continued...

23 ott 2007

Il Tritacarne (pt.1 de: La via della Vulnerabilità)


"Tutti gli sforzi in vista di una estetizzazione della politica convergono verso un punto. Questo punto è la guerra. La guerra e soltanto la guerra permette di fornire uno scopo ai movimenti di massa" W. Benjamin , L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibiltà tecnica, Einaudi, Torino, 1966, pp 46-48 (forse...)
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In merito al delirante quadro politico italiano è già stato detto di tutto e di più, perciò non intendo aggiungere niente a quello che già denunciano da tempo Travaglio, Grillo, Di Pietro e compagnia bella. Quello che mi interessa capire è come sia possibile disinnescare le modalità comunicative su cui si regge questo sistema; trovare le condizioni per il suo superamento. Credo sia ormai evidente che la nostra politica è fatta più di messaggi promozionali e propagandistici che di dibattiti e di informazione, per cui ritengo più interessante soffermarci sul fenomeno marketing. Ricorderete la leggendaria lotta che negli anni ottanta vide scontrarsi sul campo di battaglia mediatico la Coca Cola e la Pepsi, e credo che non sia difficile ravvisare in quelle modalità comunicative delle evidenti e preoccupanti analogie con le modalità comunicative dello scontro tra destra e sinistra, tra Berlusconi e Prodi. In pubblicità così come in ambito politico, l'aumento incontrollato dei messaggi miranti alla persuasione del pubblico ha portato alla defunzionalizzazione della comunicazione. Non riuscendo più a convincere il pubblico, a causa della sostanziale identità dell'offerta, si punta tutto sulla competitività, sullo scontro, sulla zuffa, nel disperato tentativo di avvincere gli spettatori a una farsa in cui i due attori, ormai quasi indistinguibili, inscenano un duello per ingraziarsi i favori della puttana di turno, cioè gli spettatori stessi: noi. Bisogna ammettere che ad oggi la farsa ha funzionato grazie al dispostismo di strumenti mediatici unidirezionali come la tv. Nuove prospettive sembrano aprirsi grazie alla rete, ma non è questo il punto! La rete è solo uno strumento! L'unica cosa che la rete può fare è convogliare e diffondere la vera svolta che consiste in un diverso uso del linguaggio: un uso non più legato alla comunicazione dei contenuti mentali di un soggetto. E' qui che entra in gioco il "tritacarne". Il tritacarne NON è una strategia comunicativa distruttiva, perchè in tal caso saremmo ancora legati alle logiche "militari"; non è neanche un "farsi nulla" per poterla spuntare in ogni confronto comunicativo, perchè ancora si darebbe come presupposto un uso agonistico del linguaggio. Dietro al tritacarne c'è una chiara necessità politica: quella di uscire dalle modalità comunicative oppositive; cioè la logica comunicativa dello scontro polemico fine a se stesso con la quale i nostri politici vogliono fotterci! Il tritacarne toglie le condizioni dello scontro perchè non cerca di far valere "posizioni personali". Non si tratta di ironia socratica che fingendo il distacco personale propone la tesi che si sostiene realmente. Il tritacarne cosa fa? TRITA LA CARNE. Toglie la "persona", il soggetto, l'individuo inteso come unità inviolabile di corpo e mente. A essere più precisi il tritacarne è il risultato del suicidio premeditato di un soggetto che si scopre ormai irrimediabilmente alienato, contaminato, colonizzato dai condizionamenti esteriori fin dentro le più intime pieghe della coscenza. Il tritacarne è la veste organica di una nuova entità che non problematizza più la sua esistenza nei termini della rappresentazione e dell'autenticità; che non agisce per uno scopo; che non pensa al fine di smascherare e demestificare, per riportare alla luce una verità (aletheia) che si darebbe come disvelamento. Il tritacarne è attivo nel senso dell'operatività; il risultato è una poltiglia omogenea paragonabile ad un *flusso destrutturato di informazioni che parte da un nodo che assume posizioni non ben definite*, e interagendo dà origine a "fenomeni emergenti". Il tritacarne apre la via del superamento,la VIA DELLA VULNERABILITA'.


to be continued...





*grazie a baccini per la definizione tecnica

21 ott 2007

Gli specialisti del pelapatate


Da oggi possiamo salutare con gioia l'avvento di una nuova "specialista in pelapatate" ( vedi designer). Ci pare doveroso ringraziare la facoltà di disegno industriale dell'università di Genova, che ha contruibuito alla formazione della nostra professionista, ma si vocifera in merito alla presenza di un misterioso mentore, un architetto probabilmente, che avrebbe aiutato la promettente giovane durante i lunghi anni di studio. L'esculisivo PARTY si è tenuto in gran segreto, come fanno le Rock Star, e questo ha scatenato il delirio dei paparazzi, dei fan e di tutti coloro che avebbero voluto ad ogni costo partecipare all'evento mondano della stagione. L'entrata era riservata a tutti coloro che "mi considerano per più di una sera all'anno", come aveva annunciato la regina della serata in occasione del suo compleanno, ma pare che i convenuti fossero pochissimi, nonostante questa clausola d'accesso molto agile... Tra i grandi assenti, oltre al misterioso mentore, tanti volti dello spettacolo e artisti della zona. Tra essi il noto D'aleo ha fatto pervenire proteste ufficiali per il mancato invito, nonostante l'anno scorso avesse messo a disposizione della reginetta la sua famosa residenza estiva in Sicilia. Questa mancanza ha già aperto uno scandalo sui rotocalchi carraresi. Ma il vostro amato qui presente, nonostante non fosse compreso tra gli eletti, aveva un inviato nascosto direttamente dentro la casa! In costante contatto telefonico mi ha aggiornato sullo svolgersi del PARTY, ma alle 10 e 30 un messaggio mi ha fatto gelare il sangue:


"Qui è un mortorio... e madame Bovary mi sembra molto triste...".


17 ott 2007

Sub Specie Machina


Questo post è un disperato tentativo di consolare l'affranto Baccini, che dal suo ultimo post sembra lanciare un terrorizzato grido d'allarme. Baccini sta diventando un ometto e sta vivendo sulla sua pelle la dolorosa consapevolezza che L'UOMO E' MORTO. Nel suo post ci fa giustamente notare che la contemporaneità ha elaborato una nuova nozione di vita che si estende al di là del tanto rassicurante dominio del senso comune. Deve sapere, il Baccini, che con la modernità hanno visto la luce le cosiddette "scienze umane" e con esse l'uomo è divenuto un oggetto di sapere comprensibile e modificabile. Con questo l'uomo si è reso simile agli "artefatti", ai prodotti della scienza e della tecnica; è stato spogliato della sua sacralità, è stato privato del ruolo da protagonista che aveva nel quadro rinascimentale, e come tale si è perso tra gli oggetti che lui stesso ha creato; si è smarrito tra i propri artefatti, sopraffatto dalla paura di con-fondersi con essi. Vi ricordano niente Matrix o Blade Runner?
Ebbene, la cultura dell'antichità era del pari ossessionata dal bisogno di distinguersi dalla natura. Il pericolo veniva dalla contaminazione della bestia con l'umano, come nel mito Minotauro. Oggi invece, per gli stessi motivi, siamo ossessionati dalla paura dell'artificiale; sentiamo l'esigenza di distinguerci dagli oggetti, dalle informazioni, dalla tecnologia e da quelle creazioni artificiali - come le temute corporation- che minacciano di contaminare l'identità umana. Il sogno di Baccini di difendere da ogni contaminazione questa presunta identità umana, pura e originaria, è , ahimè, un fottuto sogno romantico. Vuol dire essere indietro come le palle dei cani! Baccini sei rimasto all'ottocento, e forse troverò il tuo fossile scavando la terra in cerca delle "ossa di Hegel". L'uomo, che Baccini vede ancora come un David impegnato nella lotta contro Golia, non esiste già più. Sono già due generazioni che l'uomo è diventato un prodotto dell'organizzazione sociale; dell'universo artificiale e tecnologico da lui stesso creato. L'uomo antico si sentiva impotente di fronte alla natura come quello contemporaneo nei confronti della tecnologia e delle forze economiche da lui create. Però quando Baccini parla di "nodi" pone un problema interessante, anche se lo fa nei limiti di categorie morali "umane". Egli parla di una sovrastruttura pronta a sacrificicare il nodo per perseguire i suoi fini, e in ciò proietta la solita immagine di Davide e Golia; ma , date le premesse, il problema non può più porsi in questi termini. Il problema di Baccini è che non è ancora un superuomo. Baccini! Quando riderai come Zarathustra allora ti chiamerò e ne riparleremo...AHAHAHAHAHAHA

Omini magici


Io lo sapevo! Me lo sentivo! Mi sono giocato l'esame di maturità per approfondire la conoscenza del fantastico mondo degli omini magici, e se avessi dato retta al Maestro ora non sarei qui. Il Maestro sapeva. Il Maestro aveva provato ad avvertirci, ma noi abbiamo preferito far finta di non vedere. Dumas aveva ragione! Il mondo della cultura sta cambiando e presto nei libri di scuola si leggerà di nani e mostri piuttosto che di matematica e di letteratura. L'era dell'informazione sta cambiando tutto. Il sapere critico è morto; ogni attività culturale tende all'accumulo e di conseguenza all'aumento del grado di complessità, poichè aumentano i collegamenti intra e interdisciplinari possibili. E' come se la mappa si arricchisse a tal punto da diventare così complessa da richiedere una nuova mappatura, cioè una nuova visione sintetica del tutto. La percezione sintetica della realtà contemoranea è resa sempre più difficile ad opera delle modificazioni iperveloci della tecnologia e dei new media (nonchè dalle mistificazioni di Giampietri!). Ordinare il tutto in un quadro rigidamente razionale non è più pensabile, perciò stiamo assistendo alla riscoperta di rapporti magico-animistici con la realtà, accompagnati dall'elaborazione di codici interpretativi che potremmo dire prelogici. Basta considerare la proliferazione di pubblicazioni che trattano il tema scienza-magia, o all'impostazione olistica di molte discipline terapeutiche in concorrenza alla psicologia tradizionale occidentale, o ancora alla rivalutazione di criteri puramente estetici nel dibattito scientifico specialistico. Dumas aveva capito. I suoi mostrini e i suoi magheti sono il futuro!

Non ci resta che scegliere un personaggio tra i tanti guerrieri, nani, elfi, orchi, paladini , maghi, e munirsi di due dadi da dieci. Dumas vi dirà cosa fare....

15 ott 2007

GIAMPIETRI


Tutti credono di conoscere GIAMPIETRI, ma pochi sanno la verità. Si dice che sia nato da qualche parte all'alba degli anni ottanta, come un bambino qualunque. In realtà Giampietri e sempre esistito. GIAMPIETRI è generato non creato dalla stessa sostanza del padre. GIAMPIETRI è un grande mistificatore, così abile che noi adepti non chiediamo altro che essere schiavi delle sue illusioni. Egli ci ha creato e noi per riconoscenza ci siamo alienati in lui. Egli è il custode delle nostre volontà, il regolatore dei nostri desideri, il consolatore delle nostre paure, l'architetto dei nostri pensieri. Il nostro agire ha come unico fine la sua approvazione, poichè egli incarna gli imperativi categorici, le motivazioni e gli ideali di virtù dell'umana natura.

Giampietri è il genio musicale del nuovo millennio; probabilmente colui che rivoluzionerà l'estetica del pop, o forse addiritttura il riformatore della forma artistica musicale. Un genio laconico e solitario, metodico e visionario.


Ps: questa è la versione ufficiale fornita dalla mamma di Giampietri, ed è quello che dobbiamo fargli sempre credere per non pregiudicare il suo delicato equilibrio mentale! In questo momento Giampietri sarà con ogni probabilità sotto sedativi, pazzo schiumante, legato al letto, prigioniero del suo stesso mostruoso cranio gigante, dove pulsa la follia più buia. Se mai avrete occasione di vederlo di nuovo fate finta di niente; parlategli di chitarre e di musica e tutto andrà per il meglio...

14 ott 2007

Ve lo dico io chi sono....


Apprezzo lo sforzo che portato all'ultimo lavoro di Baccini, che stranamente parla di me.... Evidentemente preferisce trastullarsi con le mie esibizioni piuttosto che vivere la sua vita... Quello che il baccio cerca goffamente di far capire in un lunghissimo post è che io sono un Humphrey Bogart della cultura, che ha vissuto tutto, che è vaccinato a ogni disillusione, ma che in un angolo del suo cuore, sarebbe ancora pronto a sacrificarsi per un nobile ideale.

Grazie baccio! Senza te non avrei davvero trovato le parole....

13 ott 2007

STOP AVVOCATI!


Dopo l'esilarante serie de I laureati pt 1-2-3, molti di voi avevano richiesto a gran voce una sezione specifica sugli avvocati, ma a ben rifletterci basta già quella sugli inutili economisti, perchè di fatto al giorno d'oggi, in Italia, la giustizia è una macchina di reddito , e gli avvocati svolgono niente più che funzioni manageriali. Non a caso si vestono e si atteggiano come manager, anzi manager e avvocati ormai non si distinguono più. Qualche dato: si calcola che nel 2007 imputati e condannati dovranno pagare allo stato circa 700 milioni di euro di spese processuali, delle quali però lo stato, a causa di inefficienze e lungaggini burocratiche, incasserà solo un "misero" 10%. In Italia, diversamente da quanto accade in paesi normali come Svezia, Germania, Inghilterra e America, è in atto in ambito legislativo una puarosa situazione di conflitto d'interessi che deliberatamente opera affinchè la giustizia non funzioni. Nelle commissioni di giustizia il 50% dei membri sono avvocati i quali, solo in Italia, esercitano al contempo la professione forense. Perchè allora ci meravigliamo se il sistema politico dirotta ogni problema sociale- come i terribili lavavetri o i tossici e i punk- sulla macchina della giustizia? Come stupirci, allora, se un processo penale dura 1500 giorni per un verdetto in corte d'appello? Evidentemente c'è tutto l'interesse a far si che i processi durino il più a lungo possibile, e il fine non è più la condanna ma il processo in sè stesso. In Italia, infatti, grazie alle ex Cirelli, i tempi di prescrizione sono stati dimezzati e queso spiega perchè ogni anno 150000 (centocinquantamila!) processi vadano in fumo dopo che si sono spesi soldi dei contribuenti per le indagini, per la raccola di prove e avviare l'iter giudiziario. Senza contare l'inculata che la prescrizione vale anche se è già stato individuato il colpevole o se è già stata emessa la sentenza di primo grado; cosa che non accade in Gemania o in America. Ma perchè i tribunali sono così intasati? Perchè tutti volgiono fare un processo per tutto! Non solo gli avvocati ci ingrassano, ma i cittadni stessi sanno che con questo sistema le probabilità di essere condannati si allontana sempre più. Dove all'estero si tende a pateggare o ad accedere ai riti abbreviati, per ottenere sconti di pena, qui in italia tutti vogliono andare in tribunale! Primo grado, appello, cassazione...prescrizione e a casa! E gli avvocati ingrassano come Bertolini...

Funziona così: Weber poneva una distinzione tra le "cariche patrimoniali" , che caratterizzavano le istituzioni dell'Ancient Regime, e le "cariche funzionali" della moderna burocrazia statale. Aveva già capito però che le cariche funzionali con il tempo tendono a trasformarsi in cariche patrimoniali, cioè diventano possesso della persona che può trasmetterla ai posteri, dando vita così alla CASTA di cui si parla tanto oggi. Perchè accade ciò? Perchè come sostiene la legge di Parkinson, una organizzazzione o sistema, una volta raggiunta una certa dimensione strutturale, diventa autoreferenziale, cioè non ha altro fine che l'autoconservazione.

E' inevitabile che la copia si autonomizzi dal proprio referente originario*.


Ora riflettete su questo: sarà un caso che in un sistema così idiota e perverso le DONNE si stiano affermando in posizioni di primo piano rispetto ai colleghi maschi? Il numero di donne avvocato sta superando in questi anni il numero dei colleghi maschi. E' un caso che la donna moderna, isterica e puttana all'occorrenza, dedichi così tanto impegno per scalare un castello di carte, alla ricerca della propria affermazione personale? Non è un caso...



*se vi interessa questo tema, contattatemi direttamente per indicazioni bibliografiche e per un orientamento preliminare
** fonte dati : direzione generale statistica ministeo della giustizia

11 ott 2007

Donna moderna (pt.2)


La parità dei sessi dal punto di vista del comportamento sessuale.


Le donne la reclamano a gran voce senza neanche sapere di cosa si tratti. Loro la concepiscono così:


  • Se lei dà una sbirciatina al sedere di un'altro è perchè "obbiettivamente è un bel ragazzo"; se tu, uomo, guardi il culo di una figa è perchè sei un animale

  • Se lei in un periodo della sua vita ha macinato cazzi è solo perchè "era un periodo un pò particolare della sua esistenza"; se lo hai fatto tu, uomo, è perchè sei un laido maiale

  • Se lei sente il suo ex è perchè "sono buoni amici"; se tu, uomo, chiami la tua ex è perchè sei un lurido porco

  • Se lei ha un amico (che forse ha anche trombato di tanto in tanto) è perchè "siamo come fratelli"; se tu hai un'amica, uomo, senza dubbio è una troia e tu sei un porco schifoso

  • Se lei ha voglia di scopare e tu no (ma è difficile...) è perchè "vuole fare l'amore"; se tu hai voglia di scopare e lei no è perchè "sei il solito allupato"

  • Se per lei "le misure non contano" è solo per poterti rinfacciare che SEI UN PORCO perchè ti piacciono le grosse tette di quella velina

  • Se lei tradisce è perchè tu l'hai trascurata; se tu tradisci è perchè sei uno stronzo, o peggio ancora UN PORCO!

  • Se lei va in giro vestita da troia è perchè vuole "essere libera di stare bene con se stessa e vestirsi come vuole"; tu invece, uomo, non sei libero di non essere sottoposto al provocante bombardamento quotidiano di culi, tette e cosce; devi stare male e reprimere te stesso fino a quando non sarai nella tua intimità, libero di farti un segone...

  • Se lei scopa 50 uomini alla volta è perchè cerca il principe azzurro; se lo fai tu SEI SOLO UN PORCO!

Questa è la loro idea di parità nel comportamento sessuale: poter fare come gli uomini (cioè le troie!) senza essere giudicate troie. Allora io dico: Vuoi essere libera di scopare quanto, come e con chi vuoi senza essere giudicata? Benissimo! Visto che vuoi la parità devi garantire la stessa libertà anche ad ogni uomo di questa terra, che come te, vuole essere libero di scopare quanto, come e con chi vuole: anche con te! Detto altrimenti, se qualcuna non ci arrivasse, ognuno deve mettere il proprio corpo a disposizione di chiunque altro così che ognuno possa essere libero di disporre di chiunque. Se non si è pronti a fare ciò la parità del comportamento sessuale finisce in ciance; rimangono i soliti limiti e con essi i soliti pregiudizi. Naturalmente nessuna donna è pronta a capire questa idea di parità, perchè la donna concepisce il proprio corpo come un tempio sacro di cui lei è custode e sacerdotessa, e al quale può accedere solo l'iniziato. Oggi come oggi mi sa che quel tempio è diventato un sexy shop o un bordello aperto 24/7... resta il fatto che voi uomini siete DEI PORCI!

Grillo, l'informazione...e Baccini brancola nel bujo!


Gli italianucoli nascondono la loro tremante animuccia giudaica in attesa del messia, per esporsi soltanto quando si presenta l'uomo forte di turno, e in questo momento, in Italia, Grillo sembra l'unica, carismatica alternativa a quella oscena caricatura di Michela Vittoria Brambilla, cosicchè il gregge prontamente si è mosso al suo seguito, con l'audace Baccini in prima linea. Si fa un gran parlare di anti-politica e di potenzialità della rete, ma nessuno ha capito un cazzo tranne me: CHIARO?!
I giornalisti, cioè quegli eviarati mentali al soldo dei politici, associano Grillo al concetto di antipolitica perchè il prefisso "anti" terrorizza la delicata sensibilità degli italianucoli, i quali cedono volentieri la loro autonomia in cambio del senso di sicurezza, cosi che il dominio si rafforza con gli utili di questo commercio. In realtà ciò che si può e si deve ricavare dalla efficace semplificazione di Grillo è l'unico modo di fare politica nel paradigma epistemologico contemporaneo. Tutta la rivoluzione di Grillo si basa sul concetto di informazione che , come tutti i concetti delle scienze sociali, è così esteso da perdere ogni pregnanza teorica, percui è preferibile sostituirlo con concetti più circoscritti ogni volta che è possibile. Consierando che nel paradigma epistemologico contemporaneo i sistemi sono basati sul concetto di informazione, ad essi si impone una nuova grammatica del rapporto tra parole e cose, non più legata all'idea di rappresentazione , bensi connessa alla capacità di esecuzione. L'informazione, diversamente da un libro o da una foto, non solo rappresenta, ma è capace di azionare qualcosa, come nel caso di un programma informatico. VERO BACCINI? Quindi, in questo caso, il carattere che più propriamente definisce l'informazione è l'operatività. Detto questo, chi segue Grillo, chi vede in lui il profeta onesto e disinteressato e da lui si sente rappresentato....non ha capito un cazzo! Seguire Grillo significa ricadere nella stessa trappola della rappresentanza che proprio Grillo vuole distruggere relativamente al sistema politico italiano. Il sistema politico contemporaneo, come tutti i sistemi dell'era dell'informazione, non potrà più seguire la grammatica della rappresentanza, ma dovrà fondarsi sulla capacità esecutiva dei soggetti politici. Con "soggetto politico" non dobbiamo intendere l'"individuo partecipe" - sarebbe anacronistico come Carlesi - nè tantomeno l'individuo con il suo computerino connesso a internet - come la intende Baccini- bensì ogni sistema autoreferenziale e autopoietico. In futuro la politica non sarà l'esclusiva prerogativa degli uomini, ma vedrà coinvolta ogni cosa suscettibile di essere principio formale di organizzazione dell'informazione. Questa politica non conoscerà le piramidi gerarchiche perchè non si muoverà più in uno spazio tridimensionale, ma si svolgerà a livello multidimensionale. Tentare ciò significa cercare di fare quello che Grillo ha provato a fare prima di cagare fuori dal vaso ( mi riferisco alla storia del marchio sulle liste civiche, ma era inevitabile avendo a che fare con gli italianucoli), cioè autocostituirsi come centro di operatività; strutturarsi come centro di auto-organizzazione dell'informazione; costruire la rete, che non significa navigarci come in crociera, ma essere quella rete: vivere di essa e al contempo darle vita.
Scopo del sistema politico non sarà il bene, idea medievale già spazzata via da Machiavelli; non sarà la difesa della proprietà e della persona del cittadino, idea di Locke a misura di borghese; non sarà la formazione del cittadino come soggetto dello stato-nazione, idea inutile dato che non c'è più lo Stato; e non sarà neanche la più semplice e primitiva formula di inculare i soldi ai cittadini al riparo dell'illusione della democrazia, perchè sarà sparito l'aberrante meccanismo rappresentativo con cui ci hanno sventrato a forza di piantarcelo nel culo. Il nuovo sistema politico non avrà alcuno scopo; sarà la risultante della pura forma dell'auto-organizzazione , che si estenderà determinandosi via via in forme sempre diverse, le une integrate alle altre, così come la vita si espande e si sviluppa in forme diversificate e integrate a più livelli le une alle altre.

8 ott 2007

Donna Moderna


Vi faccio subito notare che il titolo è fuorviante. Non pensiate ci sia stata una "donna primitiva" a partire dalla quale si assisterebbe a una qualche evoluzione; niente di più sbagliato. E il '68? E il Femminismo? BALLE! Il corso dell'emancipazione femminile ha deragliato; il tentativo è miseramente fallito. La tanto attesa svolta verso la libertà dall'oppressione maschile non ha portato al fiorire di una identità femminile più nitida e ricca. La donna emancipata non ha saputo dipingere i tratti del suo nuovo volto, ma si è limitata ad un infantile e patetico lavoro di mimesi. La donna smaniosa di liberarsi dal potere maschile non ha saputo far di meglio che divenatare uomo in tutto ciò che dell'uomo odiava e da cui si sentiva sottomessa. Ma la crisi dei ruoli che si è aperta non ci deve spaventare. Fortunatamente si è conservato qualcosa che ci fa ancora oggi riconoscere la donna come tale: la STUPIDITA' (ihihi! sic!). L'inconfondibile, profonda e totale stupidità della femmina ci dà la certezza e ci fa sentire ancora pienamente uomini. Questa stupidità assume varie forme, muta nei contesti, ma è sempre riconoscibile. Prende le sembianze della vanità intellettuale di quelle che si danno arie perchè anzi che fare le commesse, come natura vuole, vanno all'università; la si intravvede nell'enfasi fanatica e compulsiva delle politicanti impegnate; si cela dietro l'ardita sfrontatezza delle artistucole vestite da gitane. E' la stessa stupidità di quelle che "siccome gli uomini sono tutti stronzi sono giustificata nel prendere più cazzi che pane senza sentirmi sporca, ma poi pretendo privilegi da duchessa e voglio sposare un principino di primo pelo tra i paggi festanti e i cori angelici". Le donne sono ganze perchè ci credono.
Nel prossimo post parlerò dell'unica e possibile parità dei sessi.

Ps: non sono misogeno (sic)!

6 ott 2007

Meshuggah!


Chi siano i Meshuggah andatevelo a vedere qui, se volete anche ascoltarli invece andate qui, poichè non è mia intenzione parlarvi direttamente dei meshuggah, ma affrontare un discorso più ampio sulla musica e l'estetica musicale, con un chiaro riferimento polemico ai signori "Ascolto solo musica italiana (così capisco il testo)" e al signor "Ho capito tutto perchè ascolto i Pink floyd e i King crimson". Solo IO che ascolto i TOOL posso avere capito tutto: CHIARO!?

Ieri sera il signor Pink Crimson, dopo un ascolto accurato e non certo prevenuto di Catch33, ha fatto alcune presuntuose osservazioni, del tipo: -come può questa "roba" essere bella?- oppure - qual è la differenza tra questi due pezzi?-. Rispondo subito. 1) La musica, come ogni forma di espressione artistica, non sempre e non necessariamente produce il Bello; il più delle volte, invece, ci pone di fronte a opere il cui interesse risiede nella loro capacità di farci percepire una particolare forma artistica in modo diverso, così che le categorie del bello si spostano e si ridefiniscono in continuazione. La Cappella Sistina è indiscutibilmente bella perchè rappresenta nel massimo splendore un certo modo di espressione artistica; i "Cessi" di Duchamp forse non sono "belli" ma hanno segnato il passo verso un nuovo modo di pecepire l'arte. Premesso tutto ciò, non intendo davvero porre i Meshuggah su questo livello, ma gli stessi parametri per un giudizio estetico valgono anche nel più ristretto ambito musicale e nella ancor più ristretta cerchia del metal. I Meshuggah , per dirla con le parole di uno certamente competente, "hanno trovato un modo interessante per superare il metal". 2) E qui veniamo alla differenza tra i due pezzi. Premesso che non a tutti deve piacere un sound aggressivo e violento come quello dei Meshuggah, e non scrivo per convincervi del contrario, posso dire al signor Pink Crimson che per chi è abituato all'ascolto di un certo tipo di musica più convenzionale, sarà difficile cogliere al volo le particolari accentazioni nella metrica o le polimetrie che usano i Meshuggah, e questo ha l'effetto di smarrire e spiazzare l'ascoltatore inetto, il quale, privato dei vitali punti di riferimento nella percezione del suono, si dispera e si abbandona al pessimismo cosmico. Ma per essere ancora più chiaro si dovrebbe fare qualche lezione d'ascolto col Mistificatore.

Per quanto riguarda il signor Il Vasco è il Numero Uno, devo ammettere che non ho compreso il significato dei suoi strepiti selvaggi, nè tanto meno delle sue indecifrabili e primitive fonazioni, con le quali lasciava solo intendere che non gradiva il pezzo, perciò vedi sopra.

3 ott 2007

Ci mancherai!


Vogliamo ricordarlo così il nostro caro Baccini. Un folgorante talento da blogger stroncato sul nascere. Un ragazzo come tanti altri, forse addirittura il più comune e anonimo di questa inutile generazione votata al massacro. Come dimenticare le sue immotivate crisi di panico e i suoi spettacolari, fulminei, attacchi d'ansia! Chi non ha possato ore e ore davanti allo schermo, stregato dal fascino del suo blog? Chi non si è convertito alle sue affascinanti teorie? Come non condividere la sua nitida visione del mondo? quella poderosa accozzaglia di fisica quantistica, Tolkien e grillate rimasticate? Ebbene, ti siamo nel cuore Baccio, anzi sono sicuro che c'è un pò di Baccini in ognuno di noi!
Grazie

1 ott 2007

ROM (pt.2)


Vagabondi! Nomadi! Ladri! Bruciamo il Lavello! A casa loro! Rauss!... L'altra sera, durante la cena della 5F, nonostante fossi evidentemente alterato, ricordo di aver sentito tutto questo e ho cercato di capire perchè questi zingari sembra che effettivamente puzzino, come ha ammesso lo stesso Carlesi, e non sia solo un odore diverso.

Con la società industriale assistiamo ad un processo di secolarizzazione, o se preferte di laicizzazione, di un concetto che prima di essere economico, sociale e politico, era una categoria etico-religiosa della cristianità: il LAVORO. Dopo che una sedicente verginella immacolata mise al mondo urlando in una fetida grotta di Betlemme un prodigioso pargolo, il lavoro cessò di essere una necessità naturale e divenne una MALEDIZIONE! Dopo il peccato originale, il lavoro-fatica-punizione ha assunto la funzione di penitenza per il riscatto dell'umanità. Il potere del lavoro si legò in prima istanza alla trascendenza etica; la produttività delle attività umane non fu più il risultato dell'impegno collettivo, o del singolo, bensì divenne un dono, una benedizione divina: un miracolo quotidiano. Prima dell'avvento della società industriale, respingere questo gesto d'amore con cui dio mostrava ai propri figli di non averli dimenticati, era peccato MORTALE. L'ozio era un atto di rivolta contro la generosità divina; il secondo dopo la sfrontata ribellione del peccato originale (causato, ricordiamolo, da quella inutile troia di Eva). Questa mentalità si è tradotta, laicizzata e secolarizzata, nel mondo borghese in quelle forme che esaltano l'operosità, "il lavoro che nobilita l'uomo": il prestigetto. Il lavoro ha conservato una connotazione essenzialmente negativa, tant'è che viene rigidamente contrapposto al "tempo libero", quella parentesi di vita vera in cui ognuno dà libero sfogo ai propri interessi e alla propria creatività, si prende cura degli affetti e in esso ripone le speranze di felicità. Ma veniamo ai nostri eroi: I ROM! Ebbene, date queste premesse, come possiamo pensare di integrare, o anche solo comunicare, con una cultura estranea, fondata su presupposti completamente divergenti dai nostri? Come può l' Europa, fondata su questa concezione malata del lavoro, trovare un compromesso con quelle culture che non hanno conosciuto la maledizione del peccato originale e del lavoro? Come può la nostra società costruita sull'idea del lavoro-punizione e della proprietà(-prigione?), incasellare nelle proprie trame rom, negri, musigialli e infedeli? Perchè questi vagabondi maleodoranti non hanno voglia di fare un cazzo e non si lavano? Questo è quello che si chiede la gente... Io non so che idea del lavoro possa avere un negro o uno zingaro, però mi viene da pensare che se non gliene frega un cazzo di lavorare è perchè effettivamente "non l'hanno ammazzato loro il cristo".


questo post è solo uno spunto (o sputo) di riflessione. Continuerà in un tentativo di analisi più ampio che non risparmierà punkabbestia, comunisti, new-liberal e biasciaostie...

29 set 2007

(E)brezza autunnale


In questo week-end è successo un pò di tutto. La rimpatriata della 5F ci ha riportato l'etnologo Carlesi, il newpunk Bertolini, e l'avvenente Della Pina che, a sentire un pò in giro, con il suo ritorno ha solleticato gli appetiti sessuali di una intera tavolata testosteronica e alterata dall'alcol. La nube di follia in cui mi sono smarrito stanotte mi ha scaricato all'alba tra dolorosi conati, frasi sconnesse e lacrime. La serata mi ha lasciato, oltre all'emicrania, alla nausea e al "gusto in bocca", una bella camicia lacerata e una contusione alla schiena. Ricordo che ci vedevo come le mosche e stamani non mi sono neppure riconosciuto allo specchio. E' ora di finirla! Da oggi BASTA: NON BEVO PIU'! (fuori pasto...)

27 set 2007

Couple-day (contra baccini)


In questi giorni è in atto un feroce attacco mediatico ai danni dei sacri valori cristiani della coppia eterosessuale, ad opera di un anarco-insurrezionalista chiamato baccini.
Caro baccio, ammirevole quanto patetico è il tuo tentativo di trovare una giustificazione universale alla condizione di solitudine e castità forzata in cui ti ha relegato l'esistenza; peccato che tu non sia riuscito ad ancorare la radice delle tue argomentazioni al solido terreno di madre natura, nel cui ventre cerchi invano conforto. Il tuo ritratto delle crudeli leggi della natura riecheggia vagamente passi schopenhaueriani e leopardiani di disperazione, solipsismo e pessimismo cosmico. Cito " Tutto ciò che nel mondo è vivo lotta per la sua sopravvivenza e la sua riproduzione; alla vita non è richiesto altro". Così si riassumono le tue tesi, per niente brillanti nè originali; ma se proprio volevi essere provocatorio potevi spingerti per lo meno sino a giustificare razionalmente l'omicidio e la crudeltà secondo natura, alla maniera del marchese De Sade; invece hai preferito rimanere sul familiare terreno leopardiano, sicuramente suggestivo per il cuore, ma non certo saldo per sostenere le tue argomentazioni pseudoscientifiche. La tua idea di natura, concepita come parametro normativo dell'agire animale e umano, è quanto mai obsoleta. Cito "...perchè l'uomo che è un animale dovrebbe agire secondo regole differenti rispetto alle regole base della natura?". La Natura, o Vita (nozioni che nella tua argomentazione sembrano sinonimi) ha un carattere autoreferenziale:autopoietico. Non impone delle regole sancite ai primordi di una creazione dal nulla, ma evolvendosi si ridefinisce in base a delle regole che operano aderendo al processo della vita stessa, e si modificano con essa. Un pò come l'arte Baccini! Ebbene, come potrebbe quella regola, da te assunta come forma immutabile, eterna, morta e sterile, rappresentare la Natura, ossia tutto ciò che è movimento, contingenza, vita e fecondità? Cito "Vi sembra che la coppia risponda alle basilari richieste imposte dalla natura?". La tua natura antropomorfizzata e avida di pretese è una ridicoa idea cristiana, tanto quanto l'idea dell'amore eterno che trova coronamento nella coppia. Non che io difenda la coppia! Voglio solo dimostrarti l'autocontraddittorietà della tua posizione. Eccoti servito: seguendo il tuo discorso ne risulta semmai che la coppia umana deve esistere, ed è la natura stessa a richiederlo . Cito "esiste casomai una relazione tra due individui che provano una forte attrazione sessuale", e lo dici perchè evidentemente dal chiostro in cui ti trovi recluso in castità non vedi altro che l'atto in sè della riproduzione: UN PENE CHE DILANIA UNA VAGINA. Ma la riproduzione, nell'uomo, prevede anche il sostentamento della prole perchè, a differenza di altre specie in cui gli individui vengono partoriti in uno stato più avanzato di sviluppo, nell'uomo l'autonomia della prole arriva solo dopo molti anni (nel tuo caso 25! pensa un pò...). Perciò è la natura stessa a richiedere le cure della madre e la protezione del padre per assicurare continuità alla specie. Quindi, sempre seguendo il tuo ragionamento, la coppia umana è diventata una necessità naturale per assicurare la sopravvivenza della specie.
Baccini, ora che ho ridotto i tuoi ridicoli argomenti in poltiglia, vedi di trovarti una fidanzatina! ma stai attento, nella foga, a non ingravidarla alla prima trombata!

26 set 2007

ROM


Stamani mi intrattenevo in una delle innumerevoli quanto inutili discussioni con un tizio, ma data l'ora poco propizia per questo genere di interazione, visto che l'alitosi la mattina colpisce violentemente due italiani su due - ossia colui che puzza tanto quanto colui che è costretto a sorbirsi i miasmi lagunari dell'altro- non ho potuto fare a meno di far notare con franchezza al mio interlocutore il carattere pestilnziale dei suoi fiati. "Ehi amico! Sembra che hai mangiato uno Zingaro!", gli ho detto; ma il tipo, un filantropo cosmopolita incallito, non ha gradito la battuta e mi ha fatto notare in tono serio che "gli zingari non puzzano, hanno semplicemente un odore diverso". Come dire che i ciccioni non sono ciccioni ma "dei diversamente magri"... Pensavo quindi di fare una ricerca approfondita sul tema (degli zingari, non dell'alitosi!) e chiedevo gentilmente a tutti voi se avete qualche indicazione da darmi.
Grazie per l'aiuto e basta con gli eufemismi del cazzo perfavore!

24 set 2007

Ciobar al cianuro


Ci risiamo. Puntule con l'arrivo dell'autunno è tornato anche il gossip. Se il sole, il mare e il tepore estivo sono ormai malinconici ricordi, il gossip è già qui a scaldare i nostri cuori in trepidante attesa. Che inverno sarebbe senza una tazza di Ciobar sorseggiata tra uno sputtanamento e l'altro? Che desolazione sarebbero le grige domeniche di gennaio senza un pettegolezzo pescato quà e là tra le olive dell'aperitivo? Ebbene signori, sappiate che il gossip è lo "slancio vitale" indispensabile per arrivare all'alba di una nuova primavera. Ma non perdiamo tempo in preamboli, visto il clima già incandescente di questi giorni.
Forse non tutti sanno che la nostra affezionata Madame Bovary, evidentemente sconvolta dalle fantasie oscene costretta a reprimere, è tornata a fremere sotto le coperte a neanche un anno di distanza dal suo ultimo peccatuccio. Sempre fedele al suo motto "ama ,ama follemente,ama più che puoi e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente", come darle torto? Ci auguriamo solo che stavolta rompa il guscio virtuale in cui è tenuta prigioniera, e nell'attesa di soffiate più appetitose auguro a tutti la fortuna di incontrarla... magari in chat! Ma veniamo al caso dell'anno, che ci ha tenuto tutti con il fiato sospeso, tra appostamenti sotto casa alle tre di notte, paparazzate nei cessi dei lacali viareggini, avvistamenti e smentite, susseguitisi nel corso dell'inverno-primavera-estate 2007. Stavolta possiamo davvero rallegrarci! L'unione è ormai ufficiale! Benedetto XVI ha manifestato la sua approvazione all'Angelus domenicale. Il presidente Romano Prodi si è unito al Pontefice nell'assenso e ha omaggiato i due coraggiosi araldi dei valori dell'amicizia SPASSIONATA divenuta amore sensuale.
CHUCK NORRIS, invece, sembra non aver gradito e pare abbia aspramente criticato l'ipocrisia dilagante. Ma noi, francamente, non possiamo essere d'accordo col nostro amato Chuck, perchè senza la viscida maschera dell'ipocrisia il gossip non avrebbe il suo divino sapore.
Un saluto e alla prossima puntata!

23 set 2007

I laureati (pt.3)

L'informatica. Ormani senza non si va più neanche a pisciare. Una volta ci si faceva le seghe col catalogo di biancheria intima di Postalmarket, oppure pensando all'amichetta di scuola (ahaha!), ora è indispensabile una connessione in fibra ottica a 1000 gigatoni! Ebbene, per fortuna ci sono gli informatici. Ma chi sono? In sostanza si tratta di smanettoni fannulloni che al liceo, anzi che studiare, giocavano ore e ore a Warcraft, tra un assalto alla base dei nani, una merendina, un brufolo e un porno. Adesso sono "consulenti". Ma in cosa consiste il loro prezioso lavoro? Funziona più o meno così: arriva un designer con una idea rivoluzionaria per uno snocciolaolive, e chiede al consulente informatico di sviluppure un'applicazione per l'elaborazione in 3d del prodotto e per la presentazione; dopo qualche giorno arriva l'economista con la sua patetica ma aggressiva strategia di lancio del nuovo, miracoloso, snocciolaolive, e chiede un database per la gestione di clienti, possibilmente con un layout accattivante e intuitivo...Ebbene il consulente lo farà! Tradurrà questi sogni futuristici, questi miracoli economici in algoritmi, e ognuno di noi potrà avere la sua "icona color fiordaliso".
Il futuro è già qui.
Mi viene la sciolta. Basta! All'università c'è troppa gente che non sa nemmeno perchè si sia iscritta, e per questo cerca una risposta nelle fantomatiche facoltà di "scienze per la PACE", "informatica UMANISTICA", "ingegneria GESTIONALE", "diritto APPLICATO" e UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PARMA. Buffonate! Basta con i gaudenti e profumati retori, gli azzeccagarbugli con la ventiquattro-ore in pelle, i sacerdoti del diritto. Basta con le veline e le showgirl (che hanno TUTTE iniziato solo per gioco perchè voleva la mamma) laureate in psicologia e che vogliono fare il magistrato o la giornalista!
Tornate al podere e all'aratro figlioli! Tornate agli armenti fratelli! E voi sorelle al lavatoio e ai fornelli! Tornate ai figli.... Anzi! Non proliferate se non siete assolutamente sicuri che la vostra intelligenza sia compatibile con la dignità umana. C'è il rischio di ritrovarci con generazioni di evirati mentali, troie impazzite-esaurite, folli, cialtroni e fannulloni. C'è il rischio dell'estinzione!

22 set 2007

I laureati (pt.2)

E veniamo agli altri genietti: i designer. UN nome accattivante, quasi spaventoso, per denominare gli specialisti del "pelapatate". Questi geni creativi incarnano la sintesi della pura estetica con l'utile; sorvolano disinvolti le più disparate discipline: dal marketing, alla psicologia, dalla stora dell'arte alla geometria, e perchè no, anche un pò di filosofia, che tanto oggi è come il prezzemolo. Nei corridoi delle loro facoltà circolano idee rivoluzionare. Un tizio all'avanguardia aveva pensato ad una sedia conica, la quale naturalmente, poggiava a terra sulla punta, tanto sarebbero stati cazzi dell'ingeniere quando si fosse trattato di farla stare in piedi. Un'altro ha presentato una tesi, naturalemente in Powr Point, su un kit componibile di forchette, piatti, bicchieri, salse, e grill per la ventriquattro-ore. Straordinario. E io, povero stronzo, che perdo tempo a studiare le condizioni di possibilità di ogni esperienza umana e i pricipi del metodo scientifico!
La prossima puntata parlerà degli informatici e sarà una sorta di riepilogo delle due precedenti. Scusate se non mi degno di parlare degli "scienziati della pace" degli "igenisti" e di tanti altri inutili cialtroni, ma lo sdegno sarebbe tale che rischierei di essere pesantemente offensivo.

21 set 2007

I laureati (pt.1)

Omai certe facoltà italiane sono come la Torre di Saruman, da cui scaturiscono orribili orde di mostri Uruk-ai. Oggi parlerò di quelli che scaturiscono dalle nostre facoltà di economia, che non sono mostri, per carità, ma cialtroni. I cialtroni di economia li riconosci già dalla tesi, perchè non essendo in grado di sviluppare una idea in italiano corretto, presentano i loro patetici lavoretti rigorosamente in Power Point, con l'aria di chi la sa lunga sulle moderne tecnologie applicate all'economia. Pochi saprebbero dire chi siano Adam Smith o Quesnay; forse qualcuno di loro ha sentito nominare Ricardo o Marx, ma se gli chiedessi di più ti risponderebbero che è "roba superata", "roba inutile quando si tratta di fare il bilancio". Hanno ambizioni intergalattiche, ma , quando va bene, comunicano con un idioma vagamente tribale misto a loro dialetto locale che spacciano per inglese. Questi cialtroni li ritroviamo a fare i venditori ambulanti, ma con l'altisonante qualifica di "consulente finanziario"; li ritroviamo a fare i galoppini nei palazzi di vetro, travestiti da manager, con esilaranti nomine tipo marketing/product/quality-control!/sales/e tutto quello che la mene può inventare/MANAGER. Altri sono a fare i maiali in borsa, oppure, dall'alto del loro titolo di studio, tengono la contabilità di un fioraio.
A questi cialtroni dobbiamo aggiungere i designer, gli informatici, e tanti altri che saranno oggetto dei prossimi post.
ECONOMIA=ARIA FRITTA!

20 set 2007

L'estetica ci salverà!

La Divina Provvidenza, capolavoro universalmente riconosciuto come fonte di ogni senso, dopo essere stata ripetutamente oggetto di tentativi di deturpazione da parte di comunisti, anarchici e punkabbestia, con il loro seguito di cani rognosi, è stata rubata. Si, avete capito: rubata! Di essa si è persa ogni traccia, e dato che solo essa rappresentava dei solidi punti di riferimento, inutile sperare di ritrovarla visto che senza di essa non è più possibile alcun orientamento. La "gente" (appellativo brutalmente generalizzante, ma utilissimo per dare la colpa o criticare chiunque) è impazzita. Sono tutti a ruota libera, e ognuno reagisce come può alla condizione di smarrimento cosmico. A essere precisi, alcuni non si sono accorti, o non si curano affatto di tutto ciò, e continuano a perseguire diligentemente il loro "prestigetto"; ma il resto del mondo si è organizzato in bande come nei film "classe 1999" o "I guerrieri della notte".
In passato, per esempio, c'erano i Dark! una setta approdata alla pura e raffinitissima contemplazione intellettuale del dolore universale, ma non ancora accordatasi sulle modalità di suicidio coerenti con la loro dottrina (perchè dovranno ammazzarsi prima o poi, o no!?).
Poi i metallari, che sopportano con eroica fierezza l'ineludibile male del mondo, ingaggiando col destino una lotta omerica dal sicuro esito tragico.
E i Punk! che ancora oggi si affidano al fiuto dei loro cani, confidando nella superiorità dell'istinto animale per arrivare alla prossima "Moretti da 66".
E i giovani adolescenti di oggi, invece, che non si riconoscono in queste forme tribali di aggregazione degli anni '80, che possibilità hanno? Se non trovano accoglienza tra i papaboys, SI DROGANO!
In effetti sembra proprio che la vita sia una cialtronata senza senso, nè scopo. Senza un senso ogni scelta si perde nell'inutilità, man mano che si amplia la prospettiva in cui la inquadriamo. Ma se non possiamo fare niente di utile, l'alternativa alla droga è cercare di fare qualcosa BELLO. Che sia bello per noi stessi, prima di tutto; e se poi sarà bello anche per qualcun altro, allora forse potrà acquistare anche un senso... e a quel punto farsi una chicca sarà una pacchia! L'estetica ci salverà!

19 set 2007

La sindrome di Noè

E' una malattia che colpisce tutti i personaggi del presepe. E' un desiderio malato, che spinge il gruppo delle coppiette ad accasare i single per poter uscire tutti insieme, e continuare a parlare di borsette e di calcio. Capita addirittura che se due coppie all'interno della comitiva si sciolgono, gli "scarti" subito si ricongiungono a formare una nuova, brillante sintesi; da tutti accolta con la più sincera speranza che sia "quella giusta". La cosa si fa solo un pò più imbarazzante quando si presentano EVIDENTI casi di INCESTO. Non è raro tuttavia che qualcuno decida di unirsi a suo fratello, o sua sorella, ma i nostri stomaci, ormai, sono abituati a ben altre porcherie.
L'importante è che trionfi l'Amore. Viva l'Amore!

18 set 2007

L'illusione della comunicazione

Se esiste una facoltà di scienze della comunicazione deve esistere anche una facoltà di scienze della confusione.
La confusione è l'irriducibile complemento di ogni atto comunicativo; la rappresentazione in negativo di ogni comunicazione riuscita. Oltre al linguaggio verbale gli umani adottano, al pari degli insetti o di altri animali, un linguaggio del corpo. Queste forme non verbali di comunicazione, tramandateci dai nostri antenati animali e sviluppatesi in modi tipicamente umani, sono molto più arcaiche e quindi meno conosciute del linguaggio verbale. Il nostro corpo emette segnali sui quali non abbiamo controllo e dei quali siamo inconsapevoli, per cui, senza accorgercene, siamo continuamente sottoposti a reciproche influenze. Questo invisibile flusso comunicativo è tanto più pericoloso in quanto può essere in completo disaccordo con il contenuto del messaggio verbale, generando situazioni di imbarazzo, perplessità, dubbio o di vera e propria diffidenza nella relazione con l'altro. A ciò si aggiungano le insidie quotidiane del linguaggio verbale. Oltre alla normale confusione che nasce dalla traduzione di un messaggio, esistono paradossi inerenti la struttura stessa del messaggio verbale. Si chiamano doppi legami e hanno la struttura di un'antinomia della logica formale. Per fare un esempio, il caso più frequente è quando si pretende da un altro un comportamento che per sua natua non può che essere spontaneo, ma che non potrà mai essere tale perchè è stato richiesto.
Comunicare fa male.


per approfondire il tema:

Paul Watzlawick; La realtà della Realtà; Roma; Ubaldini editore;1976