Benvenuti! Questo blog è la manifestazione concreta del mio bisogno compulsivo di apparire nell'orgia mediatica...

20 ott 2008

I laureati pt.4


Ci hanno insegnato di tutto. Hanno inventato facoltà che neanche un malato di mente avrebbe concepito. Che cazzo è un "terapista occupazionale"? Un dottore in "scienze per la pace"? Un "informatico umanista"? O un "laureato a Parma"? Credo non ci sia risposta di fronte a simili interrogativi, innanzi ai quali persino il mio sconfinato intelletto si arresta sgomento. Tuttavia, nonostante la prodigiosa moltiplicazione dei professionisti cagati a forza fuori dalle nostre università, manca ancora la facoltà più importante: la Facoltà del consumo. Ahah! ecco il solito Bartoli che se ne esce con le sue cazzate! Ma pensateci un attimo. Ciascuno di noi è un attore sociale che recita svariati ruoli nella sua vita, ma il teatrino sociale nel quale ci muoviamo e che tutti ci contiene, dallo studente all'operaio, dal prete al top manager, funziona solo perchè ognuno di noi è essenzialmente un consumatore. Quella del consumatore è la categoria più universale e trasversale de nostro sistema.
Il nostro mondo funziona sul mirabile principio della suddivisione del lavoro. Ognuno di noi fin da piccolo sa che dovrà avvitare il suo bulloncino sulla macchina sociale, per esempio il muratore costruirà la casa al dottore che poi lo curerà quando cadrà giù dal ponteggio, ma a scuola nessuno ci ha mai detto quale sia la benzina di questa macchina nè quale sia la sua destinazione. Non ci hanno detto che la cultura della produzione è inscindibile da quella del consumo! Ci hanno insegnato che il mercato è un luogo dove si compra, si vende, si scambia, si ruba e si incula, ma nessuno ci ha mai spiegato che il mercato è anche un'arena politica. Per i più evoluti questa non è una novità, ma per molti dei primati che frequentano questo blog la cosa non è così scontata.
Dicevamo, quella del consumatore è la categoria a cui ineriscono tutte le classi sociali, è la più universale e generale.
Abbiamo sancito i diritti fondamentali dell'essere umano perchè, dopo secoli ci siamo accorti -guarda un pò! - di essere tutti uomini. Anche le donne abbiamo incluso, cazzo!
E ora che siamo tutti consumatori, perchè non canonizziamo i diritti universali del consumatore?
Il problema è che per molto tempo il consumo è stato percepito come qualcosa di attinente la sfera individuale e personale. Il modello di macchina sociale che ci hanno sempre insegnato è di tipo lineare e pone solitamente il consumo alla fine della catena; un pò come se tra le quattro mura di casa si compisse il sacrificio della merce con il quale celebriamo quotidianamente la fine del rituale produttivo della società. In realtà le scelte di consumo interagiscono con il loro feedback sulla filiera produttiva riorientandola di volta in volta, perciò è necessario riconoscere l'investitura politica del consumatore. Perchè non esiste niente di tutto ciò? Perchè il consumo è un atto banale, quotidiano, ed è diventato talmente abituale che non sempre è accompagnato da una coscienza critica e quindi viene legato agli automatismi del vivere, come la respirazione. E' vero, voi mi direte che esistono effettivamente iniziative di consumo critico, associazioni per il commercio equo e solidale, e altre cazzate "alternative", ma allo stato attuale delle cose si tratta più che altro di pratiche new-age con le quali il soggetto non fa altro che rispecchiarsi narcisisticamente nel "giusto" per il solo fatto di sfuggire alle diaboliche catene di distribuzione o ai fottuti marchi. Nondimeno al sistema è indispensabile la stupidità del consumatore, così che esso possa rispondere come un automa irriflessivo al bobardamento mediatico. La nostra società, la società dei consumi per eccellenza, non educa il suo soggetto principale, il consumatore, così come educa il medico alle tecniche di guarigione o l'ingegnere. Che senso ha avere una facoltà di scienze per la pace in una società continuamente in guerra e non avere una didattica dei consumi in una società consumistica?

3 commenti:

elkappe ha detto...

ok l'analisi è sufficiente ma le proposte la avrebbe potute scrivere una bertuccia ammaestrata a digitare su un computer, o comunque un laureto di informatica umanistica.

Marchè la vita vera è fuori!
Esci, di la tua. Oggi c'è questa possibilità, domani...???!!!???

Onore al Leo combattente contro la 133. Grande Leo di nuovo tra noi!
K.

marco ha detto...

Domani??? A parte che domani saremo spazzati via dai cataclismi naturali dovuti al riscaldamento globale - che tra le altre cose l'italia non intende fermare!- a parte questo, carlesi, devi sapere che io voglio fotterlo sul serio questo paese! Lo stato italiano non ha ragione di esistere, ma naturalmente non si può cancellare con un colpo di spugna. E' necessario che abbia luogo una tirania, perchè solo nella merda ciascuno troverà le motivazioni per reagire e dare vita a un nuovo ordine sociale. Non basta la povertà, non basta la degenerazione estetica e morale di questo paese a smuovere le coscenze. Finchè l'italiano avrà una squadra di calcio da tifare stai certo che nessuno si muoverà! Staranno tutti buoni buoni a pecorina, e se ne betteranno il cazzo se berlusconi gli entra nel culo con la tav o ci scarica direttamente i rifiuti tossici della camorra. Lunedì in palestra la gente si scannava per la sconfitta della juve in campionato, e magari sono quelli che alla terza settimana sono a leccare per terra perchè hanno finito i soldi, ma nonostante ciò li vedi infervorarsi solo per il pallone. Questo pease deve sparire. E sparirà solo se la rivolta comincerà con un assalto agli stadi. Altro che breccia di porta pia! Ci vuole la breccia di San Siro! Così anche quegli stronzi patetici di Ligabue e del Vasco non avranno più dove fare i concerti e gli italiani, privati così del calcio e dei loro idoli si ribelleranno! Viva il Granducato di toscana! Viva le Repubbliche marinare! Viva il regno delle due sicilie! Viva i comuni e pure lo Stato della Chiesa!

Leo ha detto...

Hail Kappè!

c'è del vero in quello che dici Marco, sopratutto quando parli di calcio = la morte della ragione... al manco fosse topa.. no, le gente si scanna per il pallone.

è normale comunque, e perfettamente logico. date alla gente pane e circo, come facevano i romani, e la gente sarà mansueta. il circo del calcio c'è sempre, il pane... sta venendo meno, e la gente ha ormai esaurito la pazienza...
in buona parte, colpa loro. molti non sanno rinunciare alle vacanze o alla videocamera (come dicevi in un altro post), e molti, per apparire (specialmente a carrara, e ne so qualcosa) si indebitano per apparire. Ora anche molti risparmiatori hanno visto andare in fumo i propri risparmi, altri hanno provato l'inculata dei mutui a tasso variabile, o di quei prodotti bancari che il Ciro mi riassunse come "inculate".
Sia il governo attuale, sia quello passato di centro-"sinistra", sarà anche per il momendo di crisi, ma hanno fatto ridere. hanno preso in giro tutti. e si sono trovati tutti d'accordo (per l'ennesima volta) per alzarsi gli stipendi. se ora la gente comincia a usare le mani, FA BENE!

... ma tanto siamo italiani, pronti a morire per una causa, ma ridotti a pecore senzacervello, una volta che abbiamo un pallone da seguire, (mentre si immaginano allenatori), una mora e una bionda che sculettano in tv la sera, e delle emerite teste di minchia che si scannano in tv il pomeriggio, si riducono a vecchietti bavosi che guardano la tv come momento migliore della giornata.

ah. e che i preti se ne stiano nelle chiese, che di pastori per il gregge italia, ce ne sono pure troppi mediatici.