Benvenuti! Questo blog è la manifestazione concreta del mio bisogno compulsivo di apparire nell'orgia mediatica...

14 nov 2007

Comunicazione


Il problema, miei cari esserini, lo abbiamo visto la volta scorsa, è legato all'analisi del rapporto tra significato e realtà imposto dalla comunicazione.
Si tratta allora di capire la comunicazione per contestualizzare la questione del significato.
Evitando definizioni accademiche, possiamo dire che nel concreto la comunicazione altro non è che la pratica di iper-esporre tutte le varianti possibili di un messaggio, con effetti devastanti sul contenuto del messaggio stesso. Un esempio attuale relativo a questa pratica è il Tg, che quotidianamente riporta le opinioni dei vari schieramenti politici in merito a un certo tema. Qual è il risultato? Semplicemente il nulla, perchè il contenuto del tema politico in esame viene eclissato, scompare; e il suo posto viene occupato da quei soggetti (i partiti) che pretendono di monopolizzarne il significato. Così funziona la comunicazione!
Un bambino viene brutalizzato dalla madre? Si apre il dibattito sul tema e magicamente il tema scompare, spodestato dallo spettacolo delle polemiche nei salotti televisivi, che con i loro ospiti e i loro "esperti" finiscono per occupare interamente la scena comunicativa. Il tema si dilegua, resta solo il rituale della comunicazione che celebra se stessa; i contenuti si dissolvono, restano solo i salottini, i nani e le ballerine. E' evidente che questa comunicazione è una gran cazzata e mi dispiace per coloro che si sono iscritti di slancio alla facoltà di "Scienze delle cazzate". La comunicazione travolge tutto ciò che incontra perchè non è tenuta a rispettare alcun obbligo logico o metodico; il suo dovere è riportare tutte le opinioni, esporre un evento in tutte le sue varianti, comunicare e informare "direttamente" su tutto, sempre e ovunque. Tutto ciò nasconde sotto le insegne del progressismo democratico il peggiore oscurantismo. La comunicazione sfuggendo a ogni determinazione, sottraendosi a ogni limite metodico e concettuale, rifiutando ogni punto di vista parziale, non fa altro che distruggere il potere del linguaggio. Cosa significa distruggere il potere del linguaggio? Vuol dire sopprimere ogni possibilità di costruire un ordine simbolico con il quale sia possibile rapportarsi al reale. Il reale non è più razionale, ma psicotico. Non è più possibile alcuna rappresentazione unitaria del reale, perchè anche le ideologie sono inghiottite dal vortice di merda della comunicazione. Distrutto l'ordine simbolico viene meno ogni metodo di decodificazione del reale. I simboli o si isolano nell'autoreferenzialità, o si rinviano l'un l'altro in una delirante e infinita catena di significazione. I simboli dei giorni nostri ormai tacciono. Croci, falci e martelli, svastichine e bandiere sono ormai cazzate per grafittari: non dicono più nulla. L'accanimento contro i simboli, siano essi divise dell'autorità, stemmi di partiti o loghi di multinazionali, è il sintomo dell'impotenza di chi crede che sia ancora possibile e utile comunicare con la comunicazione, ma non può fare altro che scatenare la propria frustrazione contro icone mute.
L'alternativa a questo stato di cose non è nè la resistenza degli irriducibili (Carlesi e l'ultimo dei Mohicani) , nè il new age. L'alternativa è la costruzione di un nuovo linguaggio: il linguaggio del tritacarne, PAZZI!

2 commenti:

elkappe ha detto...

A parte la retorica: apriti cielo, PAZZI!, che nemach la me nona…
Ma poi scusa con chi avresti parlato che il tuo blog lo frequentiamo oramai io te medesimo e Baccini …e poi cosa caspita c’entrano le tue assurde teorie di frammentazione dei costrutti con il Comunismo, ma a regola non dovresti neanche permetterti di pronunciare quella sacra parola vanamente.
-Poi ti metti ad infilare una quantità di paroloni senza logica alcuna, al solo scopo di rendere le tue affermazioni, così incoerentemente incasinate e convulse, talmente fumose da rendersi completamente incomprensibili. Questa è autoreferenzialità!
-Confondi la “comunicazione”, con gli apparati mass mediatici non solo commettendo un improprietà lessicale abbastanza grossolana, ma scambiando una essenziale e peculiare funzione -caratteristica dell’umanità con una brancata di parassiti incompetenti. E ti metti a dare dei giudizi alla funzione, in virtù di alcuni utilizzatori viziati da interessi personali, che sono i giornalisti e opinionisti vari…
-Confondi la percezione della realtà con la realtà, giustificando così assurdi propositi riguardanti la mia persona.

Come la stragrande maggioranza dei nostri coetanei non vedi prospettive, hai perso la bussola, non hai certezze per il futuro se non che sarà peggiore del presente e per questo vivi nel presente senza programmare il futuro, quindi senza prospettiva, senza strategia. E, nel presente dell’individuo solo, il vicino, l’altro, il prossimo -per i cristiano- o l’umanità –per i Mohicani come me- è solo un nemico che si vuole mangiare le ultime briciole concessegli dagli “immutabili” rapporti di potenza. Perché l’individuo solo si sente, ed è, debole e impotente, forte con i più deboli e lecchino con i più forti.
Il punto, Marco, non è la “comunicazione” per usare le tue parole -ma sarebbe meglio parlassi di circo mass mediatico-, che non è altro che un riflesso dei reali rapporti di forza, è la detenzione del potere, non inteso come quello legislativo giudiziario ed esecutivo, ma del potere coercitivo e di quello, più subdolo ma assai più efficace, PERSUASIVO. Che non è il circo mass mediatico ma l’egemonia dei valori che trasmette, che non ha nulla a che fare con il modo, ma con la sostanza profonda che viene veicolata.
Datti un occhiatina a Gramsci prima di sproloquiare del Comunismo. Ho, a tale riguardo, un libricino di un mio amico, che tratta, in alcuni interessanti capitoli, dei rapporti tra diretti e dirigenti in maniera critica. Se vuoi te li faccio avere così magari ci pensi due volte prima di macinare cazzate.
Ti saluto, annichilito!

marco ha detto...

Mio buon Carlesi
Non credo affatto di confondere la comunicazione con gli apparati mass mediatici, semmai credo che sia proprio tu a non renderti conto, o a non voler vedere, una metamorfosi mostruosa nei modi della comunicazione, e ti ostini ad aver fede in nozioni astratte.
E non credo neanche che sia giusto parlare di una "brancata di parassiti incompetenti", dal momento che il fenomeno ha assunto evidentemente dimensioni macroscopiche con effetti devastanti a livello socio-antropologico.
Non ti rendi conto che il tuo comunismo è una delle tante vittime di questa comunicazione; e ti ripeto, se di comunicazione dobbiamo parlare è inevitabile prendere atto della degenerazione dovuta ai mass media e al loro carattere unidirezionale e autoritario.
Io ho sempre più l'impressione di parlare con un prete, la cui fede nell'astratto è impermeabile a qualsiasi argomentazione. Non si tratta di pessimismo, ma solamente di prendere atto che i vecchi metodi a nulla servono contro questa comunicazione per ridare vita a una funzione primaria dell'umanità: il linguaggio. La lingua che parli è una lingua antica, venerabile certo e ricca di buoni esempi, ma ormai morta, ineffettuale. Guarda la realtà e deciditi a cambiare dio, per dio! Io , grazie a dio , sono ateo! (ahahahahahahahahahahah)