Benvenuti! Questo blog è la manifestazione concreta del mio bisogno compulsivo di apparire nell'orgia mediatica...

17 ott 2007

Sub Specie Machina


Questo post è un disperato tentativo di consolare l'affranto Baccini, che dal suo ultimo post sembra lanciare un terrorizzato grido d'allarme. Baccini sta diventando un ometto e sta vivendo sulla sua pelle la dolorosa consapevolezza che L'UOMO E' MORTO. Nel suo post ci fa giustamente notare che la contemporaneità ha elaborato una nuova nozione di vita che si estende al di là del tanto rassicurante dominio del senso comune. Deve sapere, il Baccini, che con la modernità hanno visto la luce le cosiddette "scienze umane" e con esse l'uomo è divenuto un oggetto di sapere comprensibile e modificabile. Con questo l'uomo si è reso simile agli "artefatti", ai prodotti della scienza e della tecnica; è stato spogliato della sua sacralità, è stato privato del ruolo da protagonista che aveva nel quadro rinascimentale, e come tale si è perso tra gli oggetti che lui stesso ha creato; si è smarrito tra i propri artefatti, sopraffatto dalla paura di con-fondersi con essi. Vi ricordano niente Matrix o Blade Runner?
Ebbene, la cultura dell'antichità era del pari ossessionata dal bisogno di distinguersi dalla natura. Il pericolo veniva dalla contaminazione della bestia con l'umano, come nel mito Minotauro. Oggi invece, per gli stessi motivi, siamo ossessionati dalla paura dell'artificiale; sentiamo l'esigenza di distinguerci dagli oggetti, dalle informazioni, dalla tecnologia e da quelle creazioni artificiali - come le temute corporation- che minacciano di contaminare l'identità umana. Il sogno di Baccini di difendere da ogni contaminazione questa presunta identità umana, pura e originaria, è , ahimè, un fottuto sogno romantico. Vuol dire essere indietro come le palle dei cani! Baccini sei rimasto all'ottocento, e forse troverò il tuo fossile scavando la terra in cerca delle "ossa di Hegel". L'uomo, che Baccini vede ancora come un David impegnato nella lotta contro Golia, non esiste già più. Sono già due generazioni che l'uomo è diventato un prodotto dell'organizzazione sociale; dell'universo artificiale e tecnologico da lui stesso creato. L'uomo antico si sentiva impotente di fronte alla natura come quello contemporaneo nei confronti della tecnologia e delle forze economiche da lui create. Però quando Baccini parla di "nodi" pone un problema interessante, anche se lo fa nei limiti di categorie morali "umane". Egli parla di una sovrastruttura pronta a sacrificicare il nodo per perseguire i suoi fini, e in ciò proietta la solita immagine di Davide e Golia; ma , date le premesse, il problema non può più porsi in questi termini. Il problema di Baccini è che non è ancora un superuomo. Baccini! Quando riderai come Zarathustra allora ti chiamerò e ne riparleremo...AHAHAHAHAHAHA

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